Cultura

Movimento Consumatori contro Fimmg

La Federazione italiana medici di medicina generale difende i farmaci a marchio, definiti non sostituibili

di Redazione

«La non sostituibilità ha fatto sborsare ai cittadini 600 milioni di euro nel 2011, solo per portare a casa un farmaco griffato. In questa situazione di crisi, chiediamo ai medici un atto di responsabilità” – dice Rossella Miracapillo, responsabile dell’Osservatorio Farmaci & Salute.

L’associazione ritiene gravissima la dichiarazione della Fimmg con cui ancora una volta si individua una serie di pretesti per non prescrivere i farmaci equivalenti.

«In una situazione italiana – sostiene Rossella Miracapillo, responsabile dell’Osservatorio Farmaci & Salute del Movimento Consumatori in cui la crisi sta risicando in modo sempre più inquietante la disponibilità di finanziamenti pubblici; in una situazione in cui per sostenere il sistema pubblico si stanno ipertassando gli italiani, continua una guerra senza confini a sostegno di farmaci ‘a marchio’ che pesano di più sulle tasche degli italiani e dunque sulle casse dello Stato. Ricordiamo che il Sistema sanitario nazionale è sostenuto dall’irpef versata regolarmente dai lavoratori e dalle aziende. E’ indispensabile che il denaro pubblico venga speso con grande parsimonia. Sostenere come sostengono i medici della Fimmg, che bisogna far ricorso alla ‘non sostituibilità’, ossia impedire che il farmacista offra il farmaco equivalente a prezzo più basso al cittadino, è davvero incomprensibile.

Sostenere inoltre che gli equivalenti non siano farmaci sicuri e certificati, significa mettere in discussione che in Germania e in Inghilterra il 40% dei cittadini (questa è la percentuale che si cura con gli equivalenti) sia ben curato. Strano però, visto che le aziende sono le stesse in tutta Europa. I tedeschi e gli inglesi si curano peggio o i medici sono forse meno interessati alla griffe?”

«Ci risulta addirittura – continua la Miracapillo – che in alcuni casi le prescrizioni riportino una dicitura ‘sostituibile con farmaco equivalente nei principi attivi ed eccipienti». E’ però praticamente impossibile fare questa verifica a qualunque farmacista. Di fatto, la dicitura impedisce la sostituibilità.

La non sostituibilità costringe a pagare di tasca propria una differenza talvolta anche di parecchi euro, a beneficio delle aziende, solo perché il medico ha deciso che così deve essere. Come associazione di tutela dei consumatori, ci chiediamo come mai solo in Italia i medici mostrino così forte resistenza al farmaco equivalente. Quali sono gli interessi che si vanno a tutelare in questo modo? Non certo quelli dei cittadini. La non sostituibilità ha fatto sborsare ai consumatori oltre 600 milioni di euro nel 2011, solo per portare a casa un farmaco griffato, invece di un equivalente. In una situazione di gravissima crisi economica, con un sistema pubblico di assistenza che rischia di saltare, chiediamo ai medici un atto di responsabilità e facciamo richiesta di denuncia di chi ‘abusa’ della non sostituibilità, a scapito dei cittadini”.

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