Non profit

Movi: meno impresa, più protagonismo

Il 28 e 29 marzo la Federazione nazionale festeggia i suoi primi 30 anni

di Redazione

La vocazione imprenditoriale potrebbe mettere in crisi il principio di gratuità. Per questo è necessario, spiega la presidente Graziamaria Dente, «fare i conti con il momento e trovare punti di convergenza»Il volontariato e le sue sfide. È il tema del convegno organizzato dal Movi nazionale in occasione del trentesimo compleanno (un titolo che è una domanda: Quale futuro per il volontariato? 28 e 29 marzo alla Triennale di Milano). Una iniziativa tutta tesa agli anni che verranno: «Perché ci auguriamo che le linee strategiche per lo sviluppo del volontariato vengano fuori da questo confronto», spiega Graziamaria Dente, presidente della federazione.
Certo, la manifestazione meneghina è anche l’occasione per ripercorrere la storia del movimento di volontariato italiano fondato da Luciano Tavazza e che attualmente raccoglie circa 500 sigle su tutto il territorio nazionale (fra le regioni più attive, Lombardia, Veneto, Friuli, Lazio, Sicilia e Campania). Ma «soprattutto nelle nostre intenzioni», prosegue la presidente, «deve servire a mettere a fuoco alcune tematiche importanti». La gratuità, anzitutto, che risente sempre più di una vocazione “imprenditoriale” dell’associazionismo, vocazione che potrebbe in qualche modo snaturare il contributo dei volontari. La necessità di un protagonismo che sappia tenere il rapporto con il passato rinnovandosi ed essendo sempre più e sempre meglio al passo con i tempi. Il coinvolgimento dei giovani (cui il Movi punta in realtà da qualche anno, tramite il servizio civile e alcuni progetti nelle scuole). L’opportunità di rilanciare, inventando risposte per i bisogni emergenti. «In ogni fase diversa il volontariato ha saputo individuare aspetti sui quali far convergere le proprie energie. Ora si tratta di fare i conti con il momento attuale». E cioè con un momento in cui il valore della comunità e del coinvolgimento dei corpi intermedi resta centrale, ma in cui si registra pure l’opportunità di individuare linguaggi moderni e nuove forme d’impegno. «Proprio per questo», prosegue Dente, «abbiamo organizzato il confronto articolandolo in due parti. Nella prima ci saranno le testimonianze di coloro che hanno guidato, nei diversi momenti, la federazione. Nella seconda si discuterà di partnership con altri soggetti.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.