Non profit

Mostri di carta e giornalisti monstre

Caro lettore, la ringrazio dei complimenti per un servizio e una copertina cui abbiamo molto creduto e su cui abbiamo anche molto discusso. Come darle torto, infatti?

di Riccardo Bonacina

Ho molto apprezzato la vostra copertina dello scorso numero «Mostri di carta?». Devo confessarvi che mi ha ridato qualche speranza riguardo al fatto che esistano ancora giornalisti onesti, dopo anni di personale disperazione. In questi ultimi anni si assiste, infatti, a continui falsi abusi sessuali e non. Questo fenomeno è dovuto principalmente a due fattori: trasferimento delle responsabilità, in assenza di fattualità, dagli operatori del diritto a quelli della salute mentale, che ritengono d?essere ammantati di una missione salvifica; la devastante incisività dei mass media nei casi di presunti abusi sui minori che suscita orrore e sdegno; il protagonismo di alcuni magistrati. Quello che condiziona maggiormente è il processo mediatico in cui l?imputato non può difendersi né dalle umiliazioni infertegli dai mass media con ingannevoli affermazioni, né dalle reazioni della gente di fronte a un reato tanto grave quanto presunto, poiché non si conoscono le vere motivazioni incriminatorie. Peraltro, l?accusato e i suoi familiari vengono ammoniti dai loro stessi difensori, e non solo, a non riferire alcunché per non alimentare ulteriori menzogne, favorire eventuali travisamenti o indisporre giudici e inquirenti. Nella maggior parte dei casi, infine, qualora l?indagato o chi per lui volesse limitare con azioni giudiziali lo stillicidio di notizie inesatte, false e lesive diffuse dai mass media in merito all?accaduto, il giudice argomenta che la pubblicazione della notizia risponde senza dubbio a un interesse pubblico e al diritto di cronaca, perché riguarda un procedimento avente a oggetto l?accertamento di gravi fatti-reato. Quando poi l?accusato viene assolto «perché i fatti non sussistono», lui e i suoi familiari non hanno altra alternativa, se la forza di reagire lo consente, di divulgare la sentenza ed eventualmente notizie e fatti che gli inquirenti hanno o non hanno rilevato e i mass media alterato con le loro impressioni per fare cassetta. Certamente l?azione divulgativa non potrà avere l?effetto dei quotidiani e delle notizie televisive, così come non potrà cancellare né il marchio infamante ricevuto né il dubbio impresso in chiunque. Infine, voglio segnalare a voi e ai vostri lettori il sito www.falsiabusi.it Lettera firmata, Moncalieri Caro lettore, la ringrazio dei complimenti per un servizio e una copertina cui abbiamo molto creduto e su cui abbiamo anche molto discusso. Come darle torto, infatti? Pensiamo solo al caso della diciassettenne mamma della piccola Valentina, la bambina di cinque mesi morta per una broncopolmonite emorragica acuta il 15 marzo scorso in un quartiere periferico di Bari. Dopo la sua morte, la ragazza, incarcerata per omicidio volontario, accusata di avere scosso con forza la piccola per farla addormentare e di averne così provocato la morte, è stata massacrata dai giornali di tutt?Italia. La giovane, rinchiusa nell?istituto minorile Fornelli, è stata scagionata due giorni dopo dall?autopsia che ha rivelato la vera causa della morte della piccola, individuandola nella rara patologia che ha un decorso fulminante.


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