Cultura

Mòstrami, antica Musa, il tuo invincibile orgoglio!

di Luigi Maruzzi

Poco distante dalla pedana allestita con comode sedie davanti al palco, ci sediamo sul muretto. Ho appena sentito una sollecitazione ai peli del braccio destro. Quasi trasecolo. "Rilàssati e gòditi la musica” mi dice mia moglie "non ci sono zanzare, quest'anno è stata fatta la disinfestazione".

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Sono diversi anni che devolvo il mio 5 X mille all'Istituto Superiore di Studi Musicali Vittadini di Pavia e, da qualche tempo mi sto chiedendo se non sia il caso di dare un'occhiata ai suoi bilanci. Ma nelle scorse sere il Vittadini ha voluto riservare una sorpresa a tutti i suoi donatori. Ci ha mostrato concretamente chi sono i suoi utenti, cosa viene loro insegnato e quali sono i risultati che gli alunni riescono a raggiungere.

Sì, perché la formula adoperata per allestire il cartellone del Vittadini Jazz Festival ha fatto proprio questo. L'idea di unire due qualità fondamentali per un’artista m'è sembrata più che riuscita: da una parte il sapere e l’esperienza dei docenti; dall’altra l’energia prorompente degli studenti appena diplomati. Anche la location (o il 'luogo', come mi correggerebbe l'amico Gelormini) si è rivelata all'altezza. Piazza Leonardo da Vinci, sotto le torri dell'università, ci ha accolto in parecchi. E mi dispiace per chi non è stato attratto dalla manifestazione: non sa di aver perso uno spettacolo irripetibile.

Personalmente, ho avuto la fortuna di assistere a tre dei quattro concerti. Il repertorio delle formazioni ospiti ha lambito territori musicali di sicuro gusto brasiliano (Conservatorio di Bologna), con qualche incursione nel magico sound di Pat Metheny (Conservatorio di Rovigo).

Raffinatissime le pagine interpretate dal conservatorio pavese che in questa speciale occasione ha voluto presentarsi alla cittadinanza che lo sostiene, con i suoi gioielli: professionisti che posseggono una conoscenza profonda della musica jazz, maestri credibili, persone appassionate che fanno sul serio.

Gli organizzatori cui ascrivere il merito di aver concepito e realizzato questo evento sono tanti; sarebbe però ingiusto e sgarbato non lodare l'impegno di Cinzia, Francesca e Tito solo perché sono musicisti che conosco personalmente.

Ammetto che il mio commento giunge a cose compiute. Non mi interessa fare informazione sulle occasioni di pubblico intrattenimento. Quello che considero più importante è tracciare un sintetico 'bilancio' di questa iniziativa. A proposito, vorrei lanciare un appello per il futuro, destinato all'Assessore: cosa volete fare per l'anno prossimo? Proverete a lanciare il cuore oltre Bologna, guardando verso il mediterraneo? No, dico così per fare una proposta. E se si provasse a collaborare con il triangolo PàNaBa? Le tre regioni sarebbero felici di collaborare (non era il comico Antonio Albanese che sosteneva la presenza di una radice blues nel dialetto foggiano?). Cosa lo impedirebbe? Proprio vicino a Pavia, al Teatro Sociale di Stradella è stato stretto un solido accordo di collaborazione con un conservatorio calabrese (http://www.accademiadelridotto.com/adr/). Insomma, il format sperimentato a Pavia è esportabile e forse potrebbe essere anche "scalato' a livello nazionale. Fossi io il consigliere del Ministro, ci penserei.

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Non ho voglia di ascoltare i saluti finali. E così ci avviamo verso Strada Nuova accompagnati dall’ultimo brano, quello che abbiamo reclamato come bis. Ci aspetta un cono di dolce gelato. Dentro di me spero che ci renda meno amaro il ricordo di Round Midnight.

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