Cultura
Mosca: ritirato il visto a sacerdote italiano
P. Stefano Caprio è parroco in due città, insegna all'università statale di Mosca e all'Istituto teologico dei Gesuiti ed è corrispondente dell'agenzia vaticana Fides. Nessuna motivazione ufficiale
P. Stefano Caprio, parroco nelle città di Vladimir e Ivanovo e corrispondente di Fides da Mosca, è impedito a tornare nella Federazione Russa. Il 5 aprile al momento di imbarcarsi per l’Italia, le autorità russe hanno tolto il visto dal passaporto del sacerdote. P. Caprio afferma che “al controllo passaporti all’aeroporto ‘Sheremietievo-2’ di Mosca mi è stato trattenuto il passaporto per alcuni minuti: la funzionaria della dogana si è recata nella stanza del comandante, uscendone poco dopo e restituendomi il passaporto senza alcun commento, dopo aver apposto l’usuale timbro di uscita. Non ho pensato a controllare immediatamente tutte le pagine del passaporto. All’arrivo all’aeroporto di Milano, mi sono accorto che mi era stato asportato il visto annuale (valido fino al 10 luglio di quest’anno) semplicemente scollandolo dalla pagina del passaporto sulla quale era stato applicato. Sarei dovuto rientrare il 9 aprile e ora mi ritrovo all’improvviso a riposo forzato.” Fonti di Fides a Mosca riferiscono che già 2 anni fa alcuni giornali insinuavano presunte attività di spionaggio del Vaticano e si nominava p. Caprio (anzi “p.Kaprio”) quale esponente “dell’intelligence vaticana”, che avrebbe avuto come copertura l’ospedale inaugurato dal Cardinale Fiorenzo Angelini, all’inizio degli anni ’90. In un articolo pubblicato oggi, 10 aprile, il giornale russo di lingua inglese The Moscow Times cita un anonimo portavoce del Ministero degli Esteri russo secondo il quale le decisioni di negare il visto non sono di competenza del Ministero ma delle autorità di polizia. Il quotidiano moscovita ha anche intervistato il Console Smirnov che afferma che p. Caprio è sulla lista delle persone “non grate”. Il Console dice di non sapere il perché p. Caprio sia sulla lista, ma il giornale aggiunge che, di solito, la motivazione per essere dichiarato “persona non grata” riguarda il turbamento della sicurezza dello stato. P. Caprio ha subito contattato le autorità consolari russe, ma Evghenij Aleksandrovich Smirnov, Console Generale della Federazione Russa a Milano, ha riferito a p. Caprio che gli è stato vietato l’ingresso in Russia, aggiungendo di non essere autorizzato a spiegarne i motivi e di non ritenere necessario dare una risposta scritta alla richiesta di reintegrazione del visto. Secondo il religioso, il Console ha aggiunto che “tale rifiuto è da intendersi per 12 mesi, dopo di che potrò avanzare una nuova richiesta di visto d’ingresso.” P. Caprio è preoccupato per il lavoro che è stato costretto a lasciare.. “In Russia mi attendono i miei parrocchiani (più di 500 persone), nelle città di Vladimir e Ivanovo dove sono parroco di 2 comunità regolarmente registrate secondo le norme della legislazione russa, e a Mosca mi aspettano i miei studenti (più di 100 in corsi diversi) dell’Istituto di Teologia ‘S. Tommaso D’Aquino’ e dell’Università Statale Umanistica RGGU”. P. Caprio, incardinato nella diocesi di Foggia-Bovino, era in Russia dal 1989. Nel 1990 è diventato cappellano dell’ambasciata italiana a Mosca; nel 1993 diventa parroco a Vladimir e nel 1998 anche a Ivanovo. Egli insegna Storia della teologia all’Università statale di Mosca e Teologia dogmatica all’Istituto di Teologia “S. Tommaso D’Aquino”, retto dai Gesuiti. Dalla fine del 1999 collabora con Fides, inviando notizie sulla vita della Chiesa cattolica e ortodossa. L’ultimo lavoro approntato per Fides è un’analisi dell’ortodossia in Russia e una risposta alle accuse di proselitismo lanciate alla Chiesa cattolica.
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