Mondo

Mosca. La Russia contraria ad un’azione militare contro l’Iraq

Afferma il ministro degli Esteri Ivanov: "Porremo il veto a qualunque decisione bellica avanzata in sede Onu contro l'Iraq". Necessari però i controlli sulle armi chimiche irachene

di Ettore Colombo

La Russia esce allo scoperto e dichiara ufficialmente la sua contrarietà a un’azione militare contro l’Iraq. A sottolineare la fermezza di questa posizione, il ministro degli esteri Igor Ivanov ha detto che Mosca porrà il veto a un’eventuale decisione del Consiglio di sicurezza al riguardo. Putin si schiera dunque in difesa di Saddam, e contro l’impazienza del presidente Bush, deciso ad attaccare l’Iraq anche senza passare dall’Onu. “Speriamo che la questione relativa allo svolgimento di un’azione militare contro l’Iraq non sarà posta al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e che la Russia non avrà bisogno di usare il diritto di veto”, ha detto Ivanov al termine dei colloqui col collega iracheno Naji Sabri. Ivanov ha aggiunto che “oggi la stragrande maggioranza dei paesi si pronuncia a favore di una soluzione politica del problema iracheno” e Mosca vede “grandi possibilità” in tal senso. La posizione della Russia va dunque oltre quella pur cauta dell’Ue che, Gran Bretagna in testa, invitava gli Usa ad agire eventualmente solo sotto l’egida dell’Onu. Ivanov ha spiegato che un attacco contro Baghdad “destabilizzerebbe la situazione nel Golfo Persico e in Medio Oriente” e ha aggiunto che l’Iraq “non rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale degli Usa”. La Russia non è affatto d’accordo con la tesi di Washington di non vedere alternative a una soluzione militare. L’alternativa secondo Ivanov c’è, ed è il ritorno degli ispettori Onu a Baghdad. Il rappresentante di Mosca ha però precisato che il mondo deve essere sicuro che Saddam non è in possesso di armi di distruzione di massa, e che perciò Baghdad deve accettare i controlli dell’Onu.


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