Non profit
Mosca: evacuata la foresteria dei bambini malati
La struttura donata da Aiutateci a Salvare i Bambini non è minacciata dal fuoco ma il caldo impedisce la prosecuzione delle cure. 22 bambini riportati nella Clinica RDKB
Vita.it ha contattato telefonicamente Ennio Bordato, presidente dell’associazione Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus, una delle realtà più importanti presenti a Mosca in queste ore drammatiche in cui gli incendi attanagliano la capitale.
L’associazione sostiene le attività del Gruppo di Volontariato Padre Aleksander Men, operativo all’interno della Clinica RDKB di Mosca, l’ammiraglia della pediatria nell’immenso paese.
Com’è la situazione?
Nella capitale è difficilissima. Il calore è insopportabile ed è cresciuto come una morsa da giugno a oggi, senza mai dare tregua. Nell’ultima visita che ho fatto in Russia, proprio nel mese di giugno, il termometro segnava già 34 gradi.
Come stanno i bambini ospiti della foresteria?
I giorni peggiori sono stati venerdì e sabato. Il caldo insopportabile ha impedito ai 22 piccoli malati e alle loro famiglie di restare nella foresteria, che è l’unico centro di accoglienza e di cura extraospedaliero di tutta la Russia. Non avevano tanto il problema del fumo – che nella regione di Mosca in cui si trova la struttura è ancora poco presente – quanto quello dello spaventoso calore. Sono piccoli ammalati, sono sottoposti a cure e chemioterapie. Per questo motivo, visto che nella struttura non era stata prevista l’aria condizionata, nel week end è stata decisa una loro “evacuazione” alla Clinica, dove potranno proseguire le cure ed essere meglio monitorati.
E nella struttura di accoglienza per gli orfani?
Le cose vanno meglio, perché è più lontana dalla capitale e dotata di una grande piscina, dove i piccoli si rinfrescano tutto il giorno.
I volontari sono preoccupati?
Affrontano la situazione giorno per giorno, e come tutti i moscoviti aspettano la pioggia, che è prevista per il 15 agosto. Hanno ancora una settimana di passione, purtroppo.
L’incendio minaccia la città.
E’ arrivato alle porte della capitale perché inizialmente il fenomeno è stato gestito con interventi blandi, come ogni anno: nelle sterminate e deserte campagne russe capitano incendi, ma si spengono da soli dopo qualche giorno grazie alle piogge. Quest’anno non è andata così: il caldo straordinario non ha mai portato temporali e la situazione è sfuggita di mano. Inoltre, Mosca è circondata da immense torbiere, dovute alla conformazione del territorio e agli ex acquitrini. La torba è “sottopelle” nella città, sotto il primo strato di terreno. Non brucia, ma si scalda e continua a restare calda per moltissimo tempo, senza spegnersi, rilasciando fumo e miasmi. Speriamo nella pioggia.
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