Non profit
«Morto per ecstasy, non diamo tutta la colpa al Cocoricò»
Ancora una volta una serata in discoteca è finita in tragedia. È successo nel fine settimana allo storico locale di Riccione dove ha perso la vita un 16enne a causa di una pastiglia di ecstasy. L'intervento del responsabile sanitario di San Patrignano, Antonio Boschini, che con la discoteca aveva promosso un progetto meno di un mese fa
Riccione, Cocoricò, ecstasy. Il lungo elenco dei giovani morti di divertimento si è allungata ancora nel week end. Un 16enne di Città di Castello, provincia di Perugia si è sentito male in mezzo alla pista mentre ballava insieme a due amici. Trasportato d’urgenza all’ospedale è deceduto poco dopo. Ad ucciderlo sembra essere stata una dose di mdma. Per avere certezze sull'accaduto bisdognerà aspettare l'autopsia. La certezza è che, per l'ennesima volta, il divertimento, proprio mentre 244 parlamentari si sono fatti portatori di una proposta di legge per la legalizzazione della cannabis, si è trasformato in tragedia. E non è successo in una discoteca qualunque: proprio al Cocoricò, istituzione della riviera romagnola notturna e partner, meno di un mese fa, di un porgetto per il “sano divertimento” insieme a San Patrignano. Per questo abbiamo intervistato il responsabile sanitario della comunità Antonio Boschini.
Voi avete, meno di un mese fa, lanciato “Sano Divertimento”, un progetto insieme alla discoteca Cocoricò. Perché?
Il nostro progetto parte da cose molto semplici. Siamo una comunità che da sempre si è caratterizzata come contraria alle droghe. Abbiamo voluto con questa proposta uscire dalla convinzione comune che San Patrignano sia contraria al divertimento. Siamo convinti che esista un modo di divertirsi sano e buono. È una cosa che da tempo coltiviamo e che chiarisce questo nostro atteggiamento. Così è nata la partnership del Cocoricò. Dimostrare che sappiamo divertirci.
Pensate sia il caso, alla luce dei fatti, di andare avanti con questo progetto?
Ci abbiamo riflettuto. Un mese fa erano a fare con noi una festa e adesso hanno un morto in casa. Quello che è successo però non cambia nulla. Ci hanno messo la faccia, in modo non strumentale, come noi. Anche per loro voleva dire dare un messaggio forte, franco e onesto. Poi è chiaro che hanno bisogno di andare in una direzione diversa da quella attuale.
Però c'è un ragazzo morto a soli 16 anni…
Il fatto che sia morta una persona e che ci sia stata questa tragedia è un dramma. Ma in teoria potrebbe capitare anche a noi di San Patrignano. Non è mai successo, ma dovesse capitare, cosa che non possiamo escludere, non vuol dire che tutto il nostro impegno e il nostro lavoro viene meno.
Rimangono delle perplessità sulla gestione della sicurezza interna alla discoteca…
Non entro nelle questioni giudiziarie e legali. Per quel che ne so io uno può drogarsi a casa e poi entrare. Ho vissuto la serata di un mese fa come un momento in cui ho visto spontaneità e divertimento sia da parte dei nostri ragazzi che dell’entourage del Cocoricò. Li ho visti andare via contenti ed entusiasti. Per me era una cosa genuina. Rifarei anche adesso quella festa.
Non avete mai pensato di andare voi al Cocoricò?
All’inizio l’avevamo pensata in questo modo. Ma poi ci siamo resi conto che ai ragazzi vedere degli anziani come me non cambia nulla. Avremmo dovuto portare lì tutti i nostri ragazzi ma era molto complicato. Non è detto però che non succeda nel futuro. Quello che è certo è che sono i ragazzi a dover portare il messaggio del divertimento sano.
Nel frattempo in Parlamento è stata proposta la legalizzazzione della cannabis, che ne pensa?
Questa è una grossa responsabilità. Un messaggio molto negativo. Al di là delle ripercussioni. Si tratta di un messaggio che vanifica tutto il grande lavoro che è stato fatto in questo paese sia dal punto di vista educativo che scientifico. Oggi il danno di queste droghe dal punto di vista della letteratura scientifica è certo. Speravano che fosse una polemica trentennale ormai finita. Invece, a quanto pare, si va a avanti con queste sciocchezze.
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