Famiglia

Morto il Maestro Giuseppe di Stefano

Il tenore Giuseppe Di Stefano si è spento questa mattina alle 5, vicino a Milano. Era in coma dal 23 dicembre scorso

di Giulio Leben

A lui sono legati nomi mitici e per questo indimenticabili della musica classica del secondo novecento. Lui compreso. Giuseppe di Stefano, per gli amici Pippo, è morto stamane vero le cinque. Ne ha dato la notizia l’agenzia specializzata in classica Studio Musica. Aveva 86 anni. E’ deceduto a casa sua vicino a Como. Con lui aveva cantato Maria Callas, lo aveva diretto il maestro Tullio Serafin fra gli altri.

Figlio unico di un calzolaio, carabiniere in congedo, e di una sarta, Giuseppe Di Stefano fu educato in un seminario dei Gesuiti, e per qualche tempo meditò di avvicinarsi al sacerdozio. Iniziò la Sua carriera di cantante, cimentandosi nella musica leggera, cantando con uno pseudonimo. Allievo del celebre baritono Montesanto, il suo debutto lirico avvenne nel 1946 a Reggio Emilia dove cantò la parte di Des Grieux nella Manon di Massenet. Con il medesimo ruolo, debuttò l’anno successivo al Teatro alla Scala di Milano.

Il 3 dicembre 2004, Giuseppe Di Stefano è rimasto gravemente ferito durante un’aggressione da parte di alcuni rapinatori mentre si trovava nella sua casa di Diani, in Kenya. Ricoverato all’ospedale di Mombasa, le sue condizioni si sono rivelate più gravi di quanto fossero apparse in un primo momento. In seguito alle ferite riportate, il 7 dicembre è entrato in coma ed il 23 dicembre, dopo un lungo viaggio di trasferimento verso l’Italia, è stato ricoverato in un ospedale milanese.

A poco più di sette mesi dalla morte del tenore Luciano Pavarotti, e a sei dalla scomparsa di un altro grande della lirica italiana, il baritono Giuseppe Valdengo (93 anni), se ne va un’altra voce cara non solo ai melomani. Capace di un fraseggio e di una naturalezza che lo hanno reso degno erede della tradizione italiana, Giuseppe di Stefano fra gli anni 40 e 60 ha dominato la scena vocale nei teatri e opere di tutto il mondo. Il suo repertorio si concentrava sull’opera lirica italiana del secondo ottocento, specialmente Verdi, fino a Puccini, senza però trascurare la precedente tradizione: Bellini, Rossini, Donizzetti in primis, ma anche Massenet, Bizet fino ai veristi Leoncavallo, Mascagni e il Boito del Mefistofele.


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