Famiglia

Morta la madre di Peppino Impastato

Felicia Bartolotta Impastato, madre del militante di Democrazia Proletaria ucciso su ordine del boss Tano Badalamenti, è morta nella sua casa di Cinisi

di Benedetta Verrini

E’ morta Felicia Bartolotta Impastato, la madre di Peppino, il militante di Democrazia Proletaria ucciso su ordine del boss di Cinisi Tano Badalamenti. L’anziana signora aveva 88 anni, ed e’ morta nella sua casa di Cinisi. Stamattina la donna ha avuto un attacco di asma di cui soffriva da circa tre anni. In casa a vegliare la salma vi e’ il figlio Giovanni Impastato, fratello di Peppino, familiari e amici.

Un pò di pace nel cuore, Felicia Bartolotta l’aveva avuta solo nel 2002, quando la Corte d’ Assise di Palermo aveva condannato all’ ergastolo il boss Tano Badalamenti per l’ omicidio di Peppino, il cui cadavere fu trovato lungo i binari ferroviari.
Dopo 24 anni da quella barbara uccisione, finalmente la giustizia aveva fatto il suo corso, condannando ”Tano seduto”. Era questo il nome con cui Peppino Impastato chiamava il padrino di Cinisi Tano Badalamenti dai microfoni di ”Radio out”, fondata proprio dal militante di Dp per denunciare le collusioni tra politica e mafia.

Schiva ma dal carattere deciso, Felicia Bartolotta difese fino all’ ultimo le scelte di Peppino contro la prepotenza dei mafiosi e l’ indifferenza e l’ omerta’ della gente di Cinisi, soggiogata da Badalamenti. Per anni si e’ battuta nel nome del figlio, per ribaltare la ”verita’ di comodo” che voleva Peppino Impastato morto mentre stava compiendo un atto terrorista sistemando una bomba sui binari della linea ferrata. Dopo la morte del figlio, Felicia Bartolotta ha ricordato, durante dibattiti, in televisione, in incontri pubblici la figura e l’ impegno sociale di Peppino, quel figlio ‘ribelle’ che andava a trovare nel garage dove abito’ per qualche tempo, senza nascondersi dagli occhi di Badalamenti, la cui abitazione distava appena ‘cento passi’ dalla sua.
Ma il tempo ha riservato altri dolori alla madre di Peppino. Gli attentati al negozio della nuora, la moglie dell’ altro figlio Giovanni, e per ultimo la condanna dell’ altro figlio per diffamazione al legale di Badalamenti.
Giovanni Impastato e’ stato infatti condannato a risarcire 2500 euro all’ avvocato Paolo Gullo che lo aveva querelato perche’ durante una puntata del Maurizio Costanzo show il fratello di Peppino aveva definito, sia pur indirettamente ”imbecille”. Il centro di documentazione intestato al militante di Dp aveva aperto un conto corrente affinche’ chiunque potesse dare un contributo per coprire le spese. Alla fine il conto ha fatto registrare un saldo di 42 mila euro. Le offerte sono giunte da tutta Italia: gente comune, operai, casalinghe, anche giovani che avevano sentito il nome di Peppino Impastato per la prima volta al cinema durante la proiezione del film ”Cento passi” che racconta la storia del giovane di Cinisi.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.