Economia
Morire di lavoro in Italia nel 2015
L’ultimo a morire sul posto di lavoro è stato un ventottenne nordafricano, lo scorso giovedì, in provincia di Rovigo. Poche righe in cronaca per l’ennesima vittima di una strage silenziosa. Ecco i numeri
Secondo l’ILO – Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso ed i diritti dei lavoratori, nel mondo ogni 15 secondi un operaio muore per un incidente o una malattia sul lavoro, 153 lavoratori hanno un incidente sul lavoro. Questo vuole dire che ogni giorno 6.300 persone muoiono a causa di incidenti sul lavoro o malattie correlato. In un anno sono più di 2,3 milioni i morti.
Dal 2010 al 2014 nel nostro Paese le denunce di infortuni avvenuti sul luogo di lavoro sono passate da 764.877 a 567.010, così come sono diminuite quelle degli infortuni in itinere passate da 106.596 a 96.139.
In calo anche gli infortuni mortali sia sul luogo di lavoro che in itinere: nello stesso periodo i primi sono passati da 749 a 492, mentre per i secondi il calo è stato più contenuto (da 248 a 170).
In questi primi nove mesi del 2015, però, gli infortuni mortali sono stati, secondo i dati Inail, 856 contro i 754 delle stesso periodo dell’anno precedente (+13,52%), mentre gli infortuni sono diminuiti. Da gennaio a settembre di quest’anno ne sono stati registrati 463.189 contro i 483.488 (-4,19%) del 2014.
“I numeri in sé – spiega Franco Bettoni, presidente nazionale Anmil – sono elevati e purtroppo ricevono attenzione solo quando c’è un aumento significativo. Oggi, la crescita che si riscontra nell’andamento del fenomeno parla di una riduzione del 4,2% nei primi nove mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo 2014, pari a circa 20.000 lavoratori. Tuttavia, se si tratta di una diminuzione, è comunque inferiore rispetto a quelle registrate negli anni precedenti (-8,8% nel 2012, -6,8% nel 2013 e -4,6 nel 2014). Sono in aumento invece i dati relativi alla crescita delle morti per incidenti sul lavoro, che prosegue una tendenza iniziata già nei primi mesi di quest’anno”.
“Questo peggioramento – continua Bettoni – si può ricondurre agli effetti dei segnali di ripresa economica dell’anno in corso, soprattutto nei comparti industriali”, spiega Bettoni.
“Tra i vari fattori, la crescita degli occupati e delle ore lavorate per addetto e quindi degli esposti al rischio; un incremento dei ritmi di lavoro; un più intenso utilizzo degli impianti. Queste situazioni possono generare condizioni di rischio a danno dei lavoratori sui quali si va poi a scaricare il prezzo della ripresa economica. A questo si aggiunge che la mancanza di controlli sulle aziende da parte degli ispettori, sia sul rispetto delle norme di prevenzione che sulla regolarità dei contratti e la mancata certezza della pena per quegli imprenditori scoperti colpevoli e inadempienti portano a una minore efficacia della normativa. I primi costi ad essere eliminati o ridotti sono quelli relativi agli adempimenti sulla prevenzione infortunistica”.
Nel settore dei servizi sono stati registrati incrementi molto elevati (trasporti +20,8%, industria manifatturiera +10,3%, costruzioni +9,0%. Sono diminuiti invece gli incidenti mortali in agricoltura (-7,3%), mentre nel commercio si registra un lieve incremento (+2,6%). È l’industria, però, il settore dove cresce il numero dei morti sul lavoro.
«Nella “Fabbricazione macchinari e attrezzature”, un settore cardine per tutte le attività di produzione industriale – spiega Bettoni – la crescita degli infortuni mortali è stata addirittura del 175%, anche se si tratta di numeri non molto consistenti (da 4 a 11 casi). Si tratta proprio di quei settori ad alto rischio che hanno maggiormente sofferto i colpi della lunga crisi economica ed ora mostrano i primi importanti segni di ripresa».
In tema di malattie professionali, giovedì 29 ottobre a villa Malta a Roma si terrà “Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro-correlato: le buone pratiche in Italia”, giornata di studio a cura dell’Inail durante la quale saranno presentati gli elementi chiave che hanno caratterizzato la campagna in Italia e i risultati del concorso “Premio europeo per le buone pratiche”.
Il seminario conclude la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (19-23 ottobre), organizzata da Eu-Osha e dai suoi focal point nazionali nell’ambito della campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri” e precede la chiusura ufficiale della campagna europea che si terrà il 3 e 4 novembre prossimi a Bilbao.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.