Ripartirà nel segno di Emma Dante la prossima stagione del Crt Teatro dell?Arte di Milano. Il 9 ottobre con Cani di bancata, allegoria sulla mafia, e poi l?ultimo lavoro dell?autrice-regista palermitana, Il festino, interpretato da un ottimo Gaetano Bruno.
È il suo primo monologo?
Sì, anche se preferisco definirlo soliloquio. Paride, idiota col cervello da bambino, festeggia i suoi 39 anni in uno sgabuzzino, evocando il fratello disabile Jacopo, morto durante una scorpacciata di torta al ketchup.
Un altro lavoro che affronta il tema della diversità…
E' la storia di due gemelli, «uno aggrippato in testa e l?altro nelle gambe», le cui identità si sovrappongono in un continuo gioco di specchi fino a confondersi, al limite della schizofrenia.
Suona drammatico.
E' la vita: ognuno possiede in sé il proprio doppio, il proprio emarginato. È questa la cosa straordinaria che l?arte deve raccontare: la miseria e la diversità che tutti noi siamo nel profondo.
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