Famiglia

Morire di freddo a Milano

Non è facile dire addio a un amico. Nelle parole di un amico, il ricordo del senza fissa dimora scomparso ieri a Milano

di Simone Feder

Non è facile pensare di andarsene. E portarsi dietro la malinconia. Non è facile partire e poi morire. È freddo in queste notti, un freddo che taglia la pelle e congela le viscere. Un freddo che blocca, isola, ma non può lasciare indifferenti.

Un freddo che tra qualche giorno passerà, a differenza di ciò che spesso congela cuore, pensieri e anime. È un altro freddo quello che ti ha portato via da noi, dagli affetti che in tutti questi anni hanno tifato per te, dalle mani che hanno provato a darti conforto e respiro, da tuo figlio che a breve raggiungerà un traguardo importante.

Il gelo dell’indifferenza che allontana, nasconde e giustifica la fatica di ascoltare veramente chi si ha davanti, senza arrendersi, senza giudicare, senza pensare sempre che "qualcuno ci penserà"… L’inverno di una vita che troppe volte ha provato a ripartire, scontrandosi con il peso insostenibile di tormenti apparentemente inspiegabili, zaini pesanti che è difficile portare da solo quando le forze ti abbandonano e la primavera sembra non voler arrivare mai.

Il congelamento della presunzione che spesso congela gli addetti ai lavori che si limitano a sentenziare sulla veridicità o meno delle richieste d’aiuto e non si pongono il problema che forse non sono le giuste domande da aspettare, ma le giuste risposte da trovare.

Noi andremo avanti, caro Max, per te e per tutte le persone che instancabilmente cercano di svoltare pagina e trovare sollievo alle loro laceranti sofferenze, perché, come diceva il tuo grande idolo… "Si, tutto è possibile, perfino credere che possa esistere un mondo migliore".

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