Sostenibilità

Moria delle api, Conapi: “Un successo lo stop ai neonicotinoidi”

Per il presidente Lucio Cavazzoni “la ricerca istituzionale deve fare giustizia di un modo assassino di concepire agricoltura e ambiente” e l'opinione pubblica “deve sorvegliare questo percorso”

di Redazione

«La sospensione dei neonicotinoidi è un importante successo di tutti gli apicoltori, ma anche degli agricoltori e di tutte le associazioni ed imprese, fra le quali Conapi, Slow Food e Coop, che in questi mesi si sono battute per una vera battaglia di civiltà: la sospensione dell’utilizzo di questa nuova categoria di pesticidi-killer dei pronubi e delle api». Lo afferma Lucio Cavazzoni, presidente di Conapi, Consorzio apicoltori e agricoltori biologici italiani, che raccoglie più di mille soci e produce e commercializza oltre il 20 per cento del miele italiano (22 mila quintali di miele conferiti dai soci nel 2007).


Per determinare una situazione di svolta nella grave condizione dell’apicoltura, causata dalla moria delle api, il Consorzio – insieme alle organizzazioni apistiche nazionali, ma anche  a Slow Food, Legamabiente, Coop ed altre realtà – si era appellato nei mesi scorsi a enti pubblici e privati, Stato, Regioni e Province, enti di ricerca e organizzazioni degli agricoltori, associazioni ambientaliste e consumatori. Dopo tante pressioni, il 16 settembre è giunto il parere favorevole alla sospensione da parte della Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari e il 17 settembre il ministero della Salute ha  emesso il Decreto Ministeriale (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 settembre) per la sospensione cautelativa dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive neonicotinoidi thiamethoxan, clothianidin, imidacloprid e la sostanza attiva fipronil utilizzate nel trattamento di concia delle sementi.

«Ora è fondamentale – aggiunge Cavazzoni – che la ricerca, quella istituzionale che non riceve pressioni dalle multinazionali della chimica, faccia giustizia di un modo assassino, quanto meno di tutti i pronubi, di concepire l’agricoltura e l’ambiente in cui è inserita. L’opinione pubblica dovrà attentamente sorvegliare questo percorso e ricerca della verità».


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