Non profit

Morcone: «I 50 milioni per il 2013 sono pronti»

Durante il convegno per celebrare i 40 anni dell'obiezione di coscienza, il capo di gabinetto del ministro Riccardi conferma lo stanziamento di fondi vitali per il futuro del Servizio civile nazionale

di Daniele Biella

"Enti e volontari, non preoccupatevi: i 50 milioni recuperati dal ministro per la Cooperazione e l'integrazione Andrea Riccardi per il servizio civile ci sono e saranno presto disponibili. L'attesa è solo per questioni burocratiche". E' più che esplicito il prefetto Mario Morcone, capo di gabinetto del ministero di Riccardi, nello sgomberare dubbi sul futuro immediato del Servizio civile nazionale, sempre più ridimensionato negli ultimi anni a causa di mancanza di fondi e scelte governative. "I 30 milioni che arriveranno dal ministero dell'Interno sono pronti a essere impiegati, manca solo la firma finale e non è vero che la scadenza per approvare il tutto è il 31 dicembre 2012", aggiunge Morcone durante l'intervento al convegno Avrei (ancora) un obiezione, che si è tenuto a Firenze sabato 15 e domenica 16 dicembre 2012.

"Anche gli altri 20 milioni di euro, ricavati da Riccardi direttamente dal suo dicastero, sono in viaggio", ribadisce Morcone, a cui è seguito l'intervento di Paola Paduano, direttore del Dipartimento della gioventù e del servizio civile, che con i fondi a disposizione potrà avviare al servizio nel 2013 18mila giovani. Sia Morcone che Paduano ma anche (con una lettera) il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell'ambito del riuscito convegno di Firenze, organizzato da Cnesc, Conferenza nazionale enti di servizio civile e Movimento nonviolento, hanno sottolineato l'importanza dei protagonisti delle lotte per l'obiezione di coscienza al servizio militare, che hanno portato poi nel tempo al riconoscimento del servizio civile prima come alternativa alla naia poi come strumento di adesione volontaria, ma sempre fondante sulla difesa non armata e nonviolenta della patria.

Nella due giorni fiorentina, che celebrava i 40 anni dalla legge sull'obiezione di coscienza, hanno preso parola decine di persone tutte per certi versi protagoniste della storia dell'obiezione: tra queste, hanno riscosso molti applausi le testimonianze dirette degli obiettori (da Pietro Pinna a Matteo Soccio, da Piercarlo Racca a Mario Pizzola, ma anche altri) che negli anni dal 1950 al 1972, quando la rinuncia al militare era reato, hanno speso del tempo della propria vita in carcere per un ideale che poi sarabbe stato riconosciuto a loro e a tutta la società civile italiana.

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