Lo scorso 1 settembre, alle 24, è finito il calciomercato con suo seguito di spese folli per la compravendita di giocatori e i relativi ingaggi. Tutti contenti? Tutti sintonizzati con 90° minuto e le varie trasmissioni che ci informano minuto per minuto? Sì, però qualche chiosa è opportuno farla. Allora, in un mese il prezzo del petrolio è calato di 42 dollari al barile. Il problema è, come notano giustamente le associazioni di conumatori, è che noi cittadini non ce ne siamo accorti, alla pompa di benzina i prezzi restano quelli di un mese fa, o pochissimo meno. Quindi, i petrolieri continuano ad ingrassare sulle nostre spalle. Anche il petroliere made in Italy, Massimo Moratti che è anche presidente dell’Inter.
Moratti, come è noto, ha ereditato dal padre Angelo la Saras, gruppo che opera nel settore della raffinazione del petrolio (15 milioni di tonnellate l’anno di petrolio grezzo trattato) e oggi nei è amministratore delegato. È anche proprietario dell’azienda Sarlux, con sede a Cagliari, la cui attività si concentra sulla produzione di energia elettrica proveniente dagli scarti petroliferi che beneficia di copiosi finanziamenti statali grazie al famigerato provvedimento Cip6 per cui tutti noi paghiamo sino 10% in più in bolletta pensando di contribuire alla diffusione di energia pulita. Invece l’80% di quei contributi finisce a impianti come quello dei Moratti. Che così si intasca più di 3 miliardi di euro l’anno. Ovvio che i conti delle due società vadanno benissimo con incrementi di utili del 40-50% negli ultimi tre anni.
Soldi che, per buona parte, Massimo Moratti butta nel suo personalissimo giocattolo: l’Inter. Società che è quest’anno responsabile di più di 1/3 del debito prodotto dal calciomercato appena chiuso (61 milioni di euro su 164 di rosso). In 14 campagne acquisti, Moratti (ci informava ieri un’inchiesta ben fatta di Repubblica) ha “buttato 675 milioni di euro raccogliendo magri risultati”. Altrettanti li ha buttati in ingaggi d’oro agli effettivi giocatori della rosa e a quelli sparsi in giro in prestito di cui continua ad accollarsi gli oneri, magari per anni e anni). Mancini, cui è subentrato Mourihno, tanto per dire continua a percepire 12 milioni netti d’ingaggio dall’Inter. Insomma, quasi 1,5 miliardi di euro sperperati in 15 anni di presidenza.
L’ Inter, ci informa un sondaggio Demos per La Repubblica sulla radiografia aggiornata del tifo al via del campionato 2008/09, ha ormai di gran lunga superato la Vecchia Signora nella graduatoria delle antipatie. Te credo!
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