Economia

Moratti all’Onu: sperimentare i social impact bond

«C'è un bisogno crescente di politiche sociali, ma gli Stati hanno problemi di bilancio» ha detto la Moratti «le istituzioni multilaterali come la Banca Mondiale hanno possibilità d'intervento limitate. I paesi industrializzati, invece, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, stanno sperimentando in vari settori della società strumenti finanziari nuovi come i “social impact bond”, una strada da implementare».

di Redazione

Alla conferenza delle Nazioni Unite sulla finanza sociale, organizzata dall'ambasciatore italiano Sebastiano Cardi, è intervenuta ieri, nella veste di fondatrice della Fondazione San Patrignano, anche Letizia Moratti. Tra i partecipanti  Susana Malcorra, capo di gabinetto del segretario generale dell'Onu, oltre a vari dirigenti delle organizzazioni inglesi, filippine e canadesi impegnate nella discussione sulla finanza sociale. La riflessione nasce dalla necessità di focalizzare l'attenzione sull'apertura a differenti politiche di sviluppo e sperimentare strumenti finanziari nuovi.

«Nel mondo c'è un bisogno crescente di politiche sociali, ma gli Stati hanno problemi di bilancio» spiega la Moratti «le istituzioni multilaterali come la Banca Mondiale hanno possibilità d'intervento limitate. I paesi industrializzati, invece, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, stanno sperimentando in vari settori della società strumenti finanziari nuovi come i “social impact bond”. Una strada da implementare per far fronte ai nuovi bisogni sociali. Questo modello dovrebbe essere testato anche sui Paesi in via di sviluppo»

Bisogna lavorare sui paesi emergenti. Il G-20 ha inserito la finanza sociale nella sua agenda di lavori in Australia la prossima settimana, e in Turchia, tra un anno.

Mentre gli obiettivi fissati dal Millennium (Development) Goals non sono stati tutti raggiunti, l'Onu ha un anno di tempo per creare un nuovo modello di collaborazione tra ong, imprese, governi e istituzioni multilaterali.

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