Famiglia

Monti: “Il governo non ha difeso al meglio l’interesse nazionale”

Intervista all'economista che lascia il posto da Commissario europeo a Buttiglione

di Redazione

‘A me spiace rilevare che in un paio di occasioni il governo non ha difeso al meglio l’interesse nazionale”. Il professor Mario Monti, ancora per pochi mesi commissario europeo prima dell’insediamento di Rocco Buttiglione, ha rilasciato una lunga intervista al CORRIERE DELLA SERA sui temi economici e politici di maggiore attualita’. Il professore spiega quali sono le due occasioni in cui il governo non ha difeso “l’interesse nazionale”. ”Una e’ stata la riunione dell’Ecofin sotto presidenza italiana. Dopo aver applicato rigorosamente le norme a Irlanda e Portogallo, non si doveva sospendere l’efficacia del Patto perche’ questa volta colpiva due grandi come Francia e Germania…”. L’altra occasione ”risale al luglio del 2001 quando il Parlamento europeo venne chiamato a votare la direttiva sulla disciplina delle Offerte pubbliche d’acquisto che avevo proposto nel 1996. (…) In quell’occasione, alcuni parlamentari italiani soccombettero a una forte azione di lobbying”. Monti ricorda poi l’incontro del 4 luglio scorso con il premier (”ci convincemmo, entrambi, dell’opportunita’ che io continuassi nel mio impegno di commissario europeo”) e non nasconde la propria amarezza: ”Un’Italia assertiva in Europa dovrebbe capire che Francia e Germania, alle quali pure l’Unione deve moltissimo, rappresentano oggi un freno all’integrazione. Un italiano che in questi anni certo non si e’ fatto molti amici a Parigi e a Berlino semplicemente perche’ ha applicato le regole a Francia e Germania come a tutti gli altri, poteva rappresentare un’opportunita’, che mi sembra fosse stata ben percepita dal presidente Barroso e dagli osservatori europei. Per questo, pur avendo declinato in passato altri incarichi pubblici, mi e’ molto dispiaciuto non poter continuare quest’opera”. Il giudizio del commissario europeo sulla manovra correttiva varata dal governo e’ sostanzialmente positivo. ”Si tratta di passi importanti nella direzione giusta. Tanto piu’ se si accompagneranno a un piano di liberalizzazioni incisivo e serrato”. L’intervista si conclude con un aneddoto. ”Sa che cosa disse nel 1994 Jacques Santer a Berlusconi, che gli aveva telefonato per presentarmi? “Ah, Silvio, l’ho appena conosciuto. Mi ha fatto una buona impressione: non sembra nemmeno un italiano”. Cosi’ parlava l’allora presidente della Commissione. In questi anni, per me, la maggior sofferenza, ma anche la maggiore sfida, e’ derivata dal percepire che su certe questioni, l’economia prima di tutto, essere italiani toglieva un po’ di credibilita’. Almeno in partenza”.


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