Economia

Monti acceleri i pagamenti

Marino: «Non bastano gli annunci, occorre fare»

di Maurizio Regosa

«Apprezziamo le dichiarazioni del governo per i ritardati pagamentialle imprese», ha ammesso Luigi Marino, presidente di Confcooperative e portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, nel corso di un incontro con la stampa in cui hanno partecipato anche Giuliano Poletti, a capo di Legacoop e Rosario Altieri, presidente Agci. «La situazione è esplosiva: non basta dire, occorre fare. Sono state fatte diverse ipotesi per risolvere il problema dei circa 80 miliardi di tardati pagamenti, venti circa dei quali sono di spettanza cooperativa».

I numeri del colosso cooperativo

Solo un punto fra i molti toccati dai tre presidenti nel corso di un incontro avviatosi con una puntuale ricostruzione del “peso” del movimento cooperativo che si riconosce nell’Alleanza. 43mila imprese cooperative, 12 milioni di soci, 1,2 milioni di lavoratori che nell’85% dei casi godono di un contratto di lavoro a tempo indeterminato (il 20% degli addetti, inoltre, è di origine immigrata,il 52% femminile), un fatturato aggregato di 127 miliardi (cui si affiancano depositi per 140 miliardi), un contributo al Pil nazionale ormai a quota 7,5%. Un’alleanza, infine, che rappresenta il 90% della cooperazione italiana che, anche in tempi di crisi, ha aumentato il numero degli occupati (+5% anche nel 2011). Questi i dati che, unitamente all’annuncio della decisione Onu di proclamare il 2012 anno della cooperazione, hanno fatto da contesto per un’analisi a tutto campo dell’attività del governo.

Il sostegno a Monti

«Plaudiamo l’esecutivo che si concentra su Bruxelles», ha spiegato Marino, «perché per quanti sacrifici si possano fare e manovre, i problemi si risolvono in un contesto europeo. Non da ieri noi cooperatori siamo a favore degli stati uniti d’Europa». Bene anche le dichiarazioni contro l’evasione fiscale e l’elusione. Così così, come si diceva, sui ritardi nei pagamenti («va bene essere pagati in Bot, ma ci diano la possibilità di pagare con la stessa moneta», ha sintetizzato Poletti). Più sfumate le analisi di altre iniziative intraprese dal governo. «Vanno benissimo i tagli improduttivi, ma non facciamoci prendere la mano: non sopprimiamo lo Stato che è e continua a essere essenziale e che abbisogna invece di infrastrutturazioni, materiali e immateriali», hanno avvertito i tre presidenti. Analogo discorso per il welfare. Bene se lo si vuole riformare, contenendo la spesa, ma non lo si abolisca. «Bisogna dare impulso alla trasformazione del welfare attraverso la sussidiarietà. Con un giorno di ospedale si pagano 15 giorni di assistenza domiciliare specializzata», esemplificano. Poi il capitolo liberalizzazioni. Attenzione a non concentrarsi, è l’invito, sui pesci piccoli: benzina, energia trasporti, ex municipalizzate,  sono queste le tariffe che incidono sulla vita delle famiglie e delle imprese. Liberalizzazioni e privatizzazioni vanno fatte guardando gli utenti non la borsa. Infine qualche sassolino è uscito dalle scarpe dei tre presidenti, stanchi, ed è comprensibile, dei continui riferimenti alle presunte agevolazioni fiscali delle cooperative. «Il regime fiscale delle cooperative negli ultimi anni è pesantemente cambiato: ora l’unica esenzione di cui godono è su una parte degli utili portati a riserva indivisibile, che poi è il modo con cui le cooperative possono capitalizzarsi. Prima l’esenzione era totale, adesso parte degli gli utili è tassata, con una percentuale che oscilla dal 43% nel caso di cooperative di lavoro al 68% per quelle di consumo». «E poi basta», ha aggiunto Poletti, «continuare a riferirsi alle parafarmacie abbinandole alle Coop. I corner della distribuzione Coop sono 147 su 300 corner nella grande distribuzione e in tutto sono 3700 le parafarmacie».

Il futuro dell’Alleanza

«Non a caso in un momento di crisi», ha poi detto Marino riferendosi al 2012 anno delle cooperative, «esse sono indicate come strumento per rilanciare l’economia: le cooperative costruiscono un mondo migliore e la cooperazione è un bene grande per il Paese». I tre presidenti hanno poi confermato un positivo bilancio del primo anno di vita dell’Alleanza. Andremo fino in fondo, hanno detto, cioè contiamo di arrivare all’unità organica del movimento cooperativo italiano, e quindi allo scioglimento delle varie federazioni. Infine un annuncio: «A Napoli», ha spiegato il portavoce, «celebrazione il primo anniversario rendendo più pregnante il patto, cambieremo gli organi che guidano l’Alleanza, il portavoce diventerà presidente e avrà due vice. Inizieremo a connettere anche le organizzazioni settoriali e territoriali. Dal prossimo anno l’Alleanza sarà su tutto il territorio italiano e contribuirà a semplificare e rafforzare il panorama italiano della rappresentanza».

 

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.