Formazione

Monterrey: il documento finale delle ong italiane

L’assenza di obiettivi, di impegni precisi e di scadenze fa di Monterrey un documento debole, difficile il monitoraggio di quanto verrà realizzato

di Redazione

La Conferenza Internazionale sul ?Finanziamento per lo Sviluppo? ha chiuso i battenti. Con le ultime due giornate dei lavori riservate al Summit dei Capi di Stato e di Governo, i rappresentanti dei Paesi del mondo hanno pronunciato i loro discorsi ufficiali. Dopo l?incontro di giovedì tra alcuni influenti Capi di Stato, la speranza che qualcosa dei troppo generici impegni definiti nel cosiddetto ?Consenso di Monterrey? potesse essere modificato già nel corso del Summit è stata delusa. L?atteso discorso del Presidente Bush ha confermato – fatta eccezione per il tanto sbandierato quanto insignificante incremento di 5 milioni di dollari a partire dal 2004 degli aiuti ai Paesi poveri che gli USA hanno promesso nel corso della Conferenza – la persistenza di una visione quasi esclusivamente commerciale della cooperazione a favore dei Paesi in Via di Sviluppo. ?Concordiamo sul fatto che il commercio sia un settore fondamentale per lo sviluppo delle economie povere e di quelle in transizione ? ha commentato da Monterrey Sergio Marelli, Presidente dell?Associazione ONG Italiane e membro della Delegazione ufficiale dell?Italia in rappresentanza delle 164 ONG di sviluppo del nostro Paese ? ma affinché sia il reale motore di uno sviluppo sostenibile, equo ed accessibile a tutti occorre rivedere le regole e i meccanismi decisionali alla base degli scambi commerciali. L?abbattimento delle barriere doganali, la cancellazione del debito estero per i Paesi poveri attraverso un processo di arbitrato trasparente e super partes, una riforma alla luce di criteri democratici, partecipativi e comprensivi dei Paesi in Via di sviluppo, il rispetto della sostenibilità ambientale e l?inclusione delle clausole sociali sono alcune delle questioni che da troppo tempo attendono una risposta concreta da parte dei decisori, siano essi i Governi dei Paesi ricchi o le istituzioni finanziarie internazionali?. Sicuramente singolare è stata la procedura adottata alla Conferenza di Monterrey per cui il documento finale non è stato sottoposto ad ulteriore negoziato, essendo stato già adottato nel corso della prima giornata dei lavori. L?assenza di obiettivi misurabili, di impegni precisi e di scadenze temporali fa del ?Consenso di Monterrey? un documento debole, che rende difficile il monitoraggio di quanto verrà realizzato a partire da domani. E? significativo il fatto che il presidente venezuelano Chavez, parlando a nome dei G 77 (il gruppo dei Paesi più poveri), abbia denunciato queste stesse debolezze e, soprattutto, abbia precisato che il Consenso non è espressione di tutti i Paesi, riferendosi in particolare alle speranze da anni disattese dei Paesi più poveri. ?La delusione per i risultati di Monterrey ? continua Marelli ? va di pari passo con il nostro rinnovato impegno a continuare nel lavoro di lobbying all?interno del processo di implementazione di questa Conferenza. Siamo già nella fase di follow up. Le timide aperture di qualche Governo verso impegni più stringenti in materia di incremento degli aiuti ai Paesi poveri come ha fatto l?Unione Europea, di cancellazione del debito come proposto dal Governo belga, dell?applicazione di una tassa sulle speculazioni finanziarie come avanzato dalla Germania, e della costituzione di un Consiglio di Sicurezza Economica e Sociale come annunciato da Chirac, sono piccoli passi che devono trovare applicazione all?interno di un meccanismo di monitoraggio che noi chiediamo di attivare in seno alle Nazioni Unite e sotto il diretto controllo del Segretario Generale Kofi Annan?. La più volte citata Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile e l?Ambiente (Rio +10) che si terrà a Johannesburg nel prossimo mese di settembre quale occasione per verificare i risultati conseguiti dopo Monterrey, sarà un appuntamento entro il quale i Governi dovranno dimostrare se alle promesse fatte saranno seguite altrettante azioni concrete. ?Di certo quella di Johannesburg è una scadenza importantissima. Ma questo non ci può distrarre da altri due appuntamenti della comunità internazionale: la Sessione Speciale dell?Assemblea delle Nazioni Unite sull?Infanzia del prossimo mese di maggio ed, ancor più, il Vertice della FAO che si terrà a Roma il prossimo giugno. Appuntamenti che affronteranno problemi fondamentali – i diritti dei bambini e il diritto ad un cibo sufficiente e sano per tutti – che investono tragicamente centinaia di milioni di poveri nel mondo?. E? quanto ha affermato il Presidente delle ONG Italiane intervenendo ad una tavola rotonda a Monterrey insieme al Ministro tedesco per la Cooperazione Economica, al Ministro della Cooperazione francese ed ad alti funzionari della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. E? paradossale che sia stato lo stesso Direttore del Fondo Monetario Internazionale, Horst Kohler, a invitare i Governi a ?trasformare il Consenso di Monterrey in azioni concrete? e a ?sviluppare un sistema trasparente per monitorare il progresso degli obiettivi del Millennio?. ?I Governi presenti a Monterrey non possono soggiacere al ricatto degli USA che hanno impedito la formulazione di un ?piano di azione? da adottarsi alla Conferenza ? conclude Marelli. La responsabilità che i governanti hanno assunto nei confronti dei propri cittadini deve condurli ad una azione coraggiosa e determinata per adottare misure concrete che consentano quanto stabilito in sede internazionale, ovvero il dimezzamento della povertà nel mondo entro il 2015. Questo sarà l?impegno che le ONG continueranno a chiedere al Governo italiano, ai Governi di tutti gli altri Paesi, alle istituzioni internazionali. I poveri non possono più aspettare.?


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