Economia
Montello: quando la green economy è anche gold
L’ex siderurgica bergamasca oggi nel settore del riciclo è un gioiellino che fattura 100 milioni di euro l’anno e ha quasi raddoppiato i dipendenti. La storia raccontata sul numero di Vita di gennaio
Produrre biogas dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani e utilizzare il calore e l’elettricità prodotta per alimentare il proprio impianto di trattamento rifiuti. Tutto quindi senza l’impiego di combustibili fossili, che impattano sui cambiamenti climatici e l’inquinamento dell’aria, e senza la necessità di entrare in competizione con le colture alimentari per la produzione del biocombustibile. È questa la ricetta di un’azienda bergamasca all’avanguardia: la Montello che da industria siderurgica è diventata in questi anni uno dei principali protagonisti della green economy in particolare nel settore rifiuti. Come del resto conferma la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile guidata da Edo Ronchi, che cura gli Stati Generali della Green economy e che ha da poco pubblicato il report “L’Italia del Riciclo 2016”.
Da acciaieria quale era questa spa, nel 1994 a seguito delle difficoltà della siderurgia, ha saputo cogliere i vantaggi della crisi ambientale scatenata dalla mancata gestione dei rifiuti urbani in Lombardia proprio in quegli anni. Come racconta il suo presidente e amministratore delegato Roberto Sancinelli «grazie a investimenti molto importanti l’azienda si è trasformata in impianto per la gestione dei rifiuti, passando da 320 addetti ai quasi 600 attuali, con un fatturato di circa 100 milioni di euro, arrivando a essere un punto di riferimento per il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi di plastica Coreplà. L’impegno di Sancinelli è stato riconosciuto dalla Fise Assoambiente, l’Associazione Imprese Servizi Ambientali che rappresenta a livello nazionale e comunitario le imprese che svolgono attività di igiene urbana, gestione rifiuti urbani e speciali, recupero e riciclo rifiuti e attività di bonifica, che lo ha da poco eletto suo presidente. Ora la Montello ricicla plastica da imballaggio e rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata. Grazie al trattamento della frazione umida dei rifiuti produce energia elettrica e termica, oltre che compost di qualità.
L’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili sul mercato, perfezionate con gli anni grazie a continue sperimenta- zioni e alla professionalità maturata all’interno dell’azienda, rendono questo impianto innovativo. Capace di trattare il rifiuto organico da raccolta differenziata con un sistema di pretrattamento e di miscelazione della sostanza organica nei digestori, migliora la produzione di biogas e di compost di qualità. L’impianto è dotato di un ciclo completo di riutilizzo del biogas prodotto che viene impiegato per produrre energia elettrica, termica e per depurare le acque di scarico. Questo consente l’autosufficienza energetica, sia elettrica sia termica, di tutto il sito produttivo. Il surplus di produzione elettrica viene ceduta alla rete.
L’impianto di Montello riceve e tratta 150mila tonnellate anno di plastica da imballaggio proveniente solo da raccolta differenziata domestica e 369mi- la tonnellate all’anno di rifiuti organici, corrispondenti alla produzione di 5 milioni di abitanti. Il materiale organico è convertito in energia, contribuendo alla riduzione delle emissioni di Co2 con una riduzione di emissioni stimata in 90mila tonnellate/anno. Gli imballaggi, provenienti dalla raccolta differenziata della plastica, nell’impianto sono lavorati e trasformati. Tramite macinatura, lavaggio, flottazione per eliminare materiali estranei e centrifugazione, bottiglie, vaschette e contenitori vari sono ridotti in scaglie e granuli. Questi vengono impiegati da altre aziende in particolare nel settore edile e per la produzione di vasi da fiori, contenitori e vari manufatti per l’arredo urbano.
È in fase di realizzazione un nuovo impianto industriale che, sempre dal biogas generato dalla digestione anaerobica della frazione organica del rifiuto, consentirà la produzione di biometano e di anidride carbonica. Il biometano sarà utilizzato come biocarburante avanzato e sarà impiegato in partico- lare negli automezzi che raccolgono e trasportano i rifiuti, in sostituzione di carburanti fossili. L’anidride carbonica, opportunamente trattata, verrà destinata al settore industriale, esempio di Circular Economy Carbon Negative.
L’impatto ambientale dell’impianto è contenuto. Il processo di lavorazione è automatizzato e avviene all’interno di capannoni mantenuti in depressione, con serbatoi e tubazioni ermeticamente chiusi, eliminando eventuali emissioni di odori all’esterno e all’interno dell’impianto e mantenendo condizioni ottimali nell’ambiente di lavoro. L’utilizzo di biofiltri per trattare l’aria esausta dell’impianto consente di abbattere le emissioni in atmosfera.
Si tratta quindi di un ottimo esempio di ciclo chiuso che gli scarti di produzione e non sottrae prezioso terreno agricolo.
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