Cultura

Montanari: «Franceschini ha torto e vi spiego perché»

Il professore Tomaso Montanari commenta così il caso Franceschini. «La legge prevede che i dirigenti pubblici siano cittadini italiani. Se il Ministro voleva cambiare la legge poteva farlo. Ha scelto di aggirarla e questo è il risultato»

di Lorenzo Maria Alvaro

«Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio…». Così il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, commenta su Twitter la sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato le nomine di cinque dei venti direttori dei supermusei.

Le nomine bloccate sono quelle delle Gallerie Estensi di Modena, del Museo archeologico nazionale di Taranto, del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, del Museo archeologico nazionale di Napoli, del Palazzo Ducale di Mantova. Tra questi il direttore straniero «bocciato» è Peter Assmann del Palazzo ducale di Mantova. Anche se in realtà il ricorso era stato presentato anche contro la nomina del Parco Archeologico di Paestum, ma il suo direttore, Zuchtriegel, si è salvato per errore di notifica del provvedimento. Comunque sia adesso tutte le nomine del 2015 sono a rischio, soprattutto le sette degli stranieri, perché il Tar del Lazio contesta in particolare proprio la selezione di candidati non italiani.

Per capire cosa sia successo abbiamo intervistato Tomaso Montanari storico dell'arte e professore dell’Università di Napoli.


Professore che idea si è fatto della decisione del Tar del Lazio?
C’è una legge sul pubblico impiego del 2001 che dice espressamente che ogni dirigente pubblico deve essere cittadino italiano. Cosa che ha una sua ragionevolezza visto che si tratta di dirigere parti dello Stato. Nessun paese d’Europa permette ruoli così importanti a chi non è cittadino.

Tra i direttori coinvolti ci sono Gabriel Zuchtriegel alla guida del parco archeologico di Paestum, che nel 2016 ha fatto +40% di ingressi e +70% di visitatori, e Peter Assman che a Palazzo Ducale di Mantova nello stesso anno ha fatto segnare un +51%. Insomma i risultati sono buoni, era necessario intervenire?
Si ma la legge è legge. Mi pare di capire che l’unico metro su cui queste persone misurano i musei siano i numeri. Come si trattasse di un allevamento di polli. Poi questi numeri andrebbero messi in un contesto. Se aumenta il turismo aumentano anche gli ingressi ai musei. Ed è proprio quello che è successo. Magari potremmo parlare del fatto che l’Italia non è mai stata toccata da attentati e quindi aumentano i macro numeri turistici. Insomma i numeri bisogna saperli leggere…

Se non usiamo i numeri che criterio dobbiamo usare?
I musei e la cultura in generale si devono misurare anche sulla qualità. E mi permetto dire che oggi i musei somigliano sempre di più a degli outlet o ai dei luna park. Se esponiamo modelle nude sono certo che aumenteremo i numeri. Ma non so se questo sia il punto

Il ministro Dario Franceschini lamenta il protagonismo della magistratura a scapito della politica…
Lo trovo metafisico. La maggioranza parlamentare ha la possibilità di cambiare le leggi che la magistratura ha il dovere di applicare. Mi sembra chiaro no? Se invece di cambiarla si cerca di aggirarla la magistratura interviene. Se oggi l’Italia fa una figuraccia la colpa è del ministro che lavora più per interessi di immagine che per fare le cose per bene. O si dice che il Tar ha sbagliato giuridicamente oppure si tace. Dire che ruba il lavoro alla politica è una stupidaggine. Se il Tar ha ragione nel merito, come ha, ha fatto solo il suo mestiere.

E adesso?
Adesso si aspetta il consiglio di Stato e forse si prenderà atto che si dovrà cambiare. Renzi ha detto che bisogna cambiare i Tar, confermato poi da Orlando. Mi sembra di essere tonato ai tempi del primo Berlusconi. Non è la mia idea di democrazia.

Non sarebbe il caso di trovare subito dei sostituti?
Secondo me la priorità è un’altra: sceglierei più che altro un nuovo ministro, capace di scrivere le riforme.

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