Salute

Montagnier: vaccino anti-aids entro quattro anni

Corti: «bene il nobel, ridesta l'attenzione su vaccino e prevenzione». E lo scienziato-nobel annuncia: vaccino entro 4 anni

di Emanuela Citterio

Lo scienziato francese scopritore del virus dell’Hiv e insignito oggi del Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier ha annunciato che un “vaccino terapeutico” contro l’Aids potrebbe essere pronto entro quattro anni. «La mia prima reazione al Premio» ha detto Montagnier «è’ pensare a tutti i malati di Aids e tutti quelli che sono ancora vivi e combattono contro la malattia». Montagnier ha detto che una cura e’ possibile in futuro con un vaccino “terapeutico” prima ancora che preventivo, i cui risultati saranno resi pubblici «entro tre o quattro anni se i finanziamenti saranno costanti».

«Il vaccino sarebbe la vera svolta, ed è ciò che tutti stiamo aspettando» afferma Dominique Corti, presidente della Fondazione Piero e Lucille Corti che sostiene l’ospedale di Lacor in Nord Uganda. Lucille Corti Teasdale, chirurgo canadese e madre di Dominique, fondatrice con Piero Corti dell’ospedale diventato un centro d’eccellenza in Africa, fu anche una delle prime vittime dell’Aids, che contrasse alla fine degli anni Settanta durante un’operazione chirurgica togliendo una scheggia di proiettile dal corpo di un paziente. «Allora non si sapeva niente dell’Aids» ricorda Dominique Corti. «Poi arrivò la scoperta di Montagnier, nell’83 e solo molti anni dopo la terapia antiretrovirale è stata disponibile anche in Africa».

«Il premio nobel a Luc Monagnier, lo scopritore dell’Aids, arriva in un momento importante, in cui si stava mollando l’attenzione attorno alla lotta all’Aids» afferma la dottoressa Corti. «Nel 99 Luc Montagnier partecipò a un convegno della nostra fondazione incentrato proprio sul divario di accesso alle cure tra ricchi e poveri. Nei Paesi occidentali un ammalato aveva la possilità di curarsi, ma in Africa era proibitivo per i costi». «Da allora sono stati fatti molti passi in avanti e i farmaci raggiungono molti pazienti in Africa grazie agli accordi fra governi, il global fund e l’Organizzazione mondiale della sanità e grazie alle organizzazioni non governative che seguono a domicilio i pazienti, cosa essenziale nel caso dell’Aids. I prezzi dei farmaci sono però ancora proibitivi per gli ammalati in Africa».

 

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