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Monsignor Marchetto si dimette
Lascia l'incarico da segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti. Dimissioni accettate dal Papa
di Redazione
L’arcivescovo è noto per le sue critiche verso la politica sui respingimenti dei migranti dell’attuale Governo, da cui il Vaticano aveva spesso preso le distanze. Monsignor Marchetto il 28 agosto ha compiuto 70 anni e ha deciso di lasciare il suo incarico che poteva mantenere sino all’età di 75 anni.
Andrea Tornielli dalla pagine del GIORNALE di oggi fa sapere che «la decisione è stata presa spontaneamente dall’arcivescovo che intende dedicarsi allo studio della storia del Concilio Vaticano II, tema sul quale ha già pubblicato un volume». Il vaticanista del quotidiano diretto da Vittorio Feltri esclude che Monsignor Agostino Marchetto abbia ricevuto pressioni.
Anche se dal 2009 ad ogni esternazione del prelato in merito ai provvedimenti governativi in materia di immigrazione e sicurezza, la Segreteria di Stato si affrettava a specificare che le parole di Marchetto non rappresentassero la posizione del Vaticano. Dopo avere detto che l’istituzione dei volontari a tutela della sicurezza nelle città fosse «un’abdicazione dello Stato di diritto» e che il decreto sicurezza rappresentasse la «criminalizzazione dei migranti», Monsignor Agostino Marchetto la scorsa settimana è tornato in pieno ciclone mediatico. La vicenda è raccontata da Lucio Brunelli sulle pagine di Vita in edicola sabato. Brunelli ripercorre la cronaca che ha preso il via il 27 agosto quando «l’Ansa rilanciava una sua intervista all’agenzia francese I-media che sembrava confermare il cliché di un ecclesiastico fuori controllo. La persecuzione di cui sono vittime i rom – si leggeva nel lancio – è una sorta di “nuovo Olocausto”.
Affermazione quanto meno esagerata. Ma nel giro di poche ore si veniva a scoprire che l’agenzia italiana era incappata in un imbarazzante errore di traduzione. Questa la versione corretta: le espulsioni dei rom colpiscono «persone deboli e povere che sono state perseguitate, che sono state anch’esse vittime di un olocausto». Insomma l’esponente vaticano ricordava l’Olocausto vissuto dai rom nei lager nazisti ma, pur criticandole, non definiva ‘nuovo Olocausto’ le espulsioni decise da Sarkozy. Eppure il 28 agosto il Foglio dedicava un indignatissimo editoriale al ‘paragone di Marchetto’ scivolando su una traduzione sbagliata».
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