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Monsignor Galantino: “No alla pubblicità dell’azzardo!”

Il segretario della Cei plaude agli esercenti noslot: "grazie a tutti coloro che hanno rifiutato le slot machine nei loro ambienti: senza rinunce non nascerà una nuova cultura e noi ci limiteremo a raccogliere feriti, emarginati da quello stesso paradiso che tanto li aveva falsamente accarezzati”

di Marco Dotti

“Bisogna dire basta alla pubblicità di tutti i giochi d’azzardo con vincita in denaro". Queste le parole di Monsiglior Nunzio Galantino, pronunciate poco fa all’Assemblea delle Fondazioni Antiusura associate alla Consulta Nazionale, presso la Sede di Caritas Italiana di Roma.

Usura, azzardo, miseria: questi i tre problemi cruciali che le Fondazioni si trovano oggi a affrontare. Il rapporto minimo (o massimo, dipende dai punti vista) comun denominatore è il denaro. Un denaro che, per quanto riguarda l'azzardo legale, movimenta circa 89 miliardi di euro annui. Con un giro di "nero" e sommerso stimato variamente tra i 10 (così la GdF), i 20 (così le associazioni di categoria) o i 50 miliardi di euro annui. Sia come sia, troppo.

Durissime le parole di Monsignor Galantino, un vero richiamo alla responsabilità di tutti. Le  istituzioni , ha detto, "devono fare la loro parte, partendo dal prendere le distanze dall’irresponsabilità di chi seduce la gente con il miraggio dei soldi facili, mentre in realtà la spinge soltanto a infilarsi nel labirinto di un comportamento compulsivo, di una dipendenza patologica, di un inesorabile indebitamento: a ricaduta, non si fatica a intravedere proprio il cappio dell’usura”. Basta pubblicità sui canali Rai, basta pubblicità nei luoghi e negli spazi pubblici. Basta "pubblicità irresponsabile". 

L'azzardo, ha detto infine Monsignor Galantino, è  “uno dei nodi più perniciosi per i suoi effetti sulle famiglie e sull’intero Paese". Per questo:  “Bisogna dire basta alla pubblicità di tutti i giochi d’azzardo con vincita in denaro”.

Al contempo, il segretario generale della Conferenza episcopale italiana ha detto il suo grazie a  “a tutti quei baristi, tabaccai e negozianti che hanno rifiutato le slot machine nei loro ambienti: senza rinunce non nascerà una nuova cultura e noi ci limiteremo a raccogliere feriti, emarginati da quello stesso paradiso che tanto li aveva falsamente accarezzati”.

@oilforbook

 

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