Cultura

Monokini 2.0, donne e sexy con un solo seno

Dall'idea di una donna operata al seno il progetto artistico per costumi da bagno, ideati per donne con un solo seno o senza del tutto e ribaltare il concetto di bellezza femminile. Ora la campagna di crowdfunding per commercializzare i costumi

di Antonietta Nembri

Una mostra fotografica che ha preso il via da pochi giorni in Finlandia e dal 30 maggio anche una campagna di crowfunding. Non si tratta solo di un progetto artistico, ma di una proposta per lo meno rivoluzionaria e a farla sono un gruppo di stilisti finlandesi che hanno creato dei costumi da bagno realizzati appositamente per donne che hanno subito una mastectomia a causa di un cancro al seno.
A dare il via all’iniziativa Elina Halttunen, una donna che ha subito una mastectomia e – lei stessa stilista – che con l’aiuto di alcuni colleghi ha lanciato Monokini 2.0 un progetto d’arte che interroga la stessa idea di bellezza femminile.  
Questi costumi non sono al momento disponibili, ma possono essere visti online al sito dedicato al progetto monokini2.com  e nelle mostre che saranno allestite nei prossimi mesi (dopo la Finlandia, la Svezia e la Norvegia). Una dozzina le finlandesi, tutte operate al seno, che hanno partecipato come modelle, indossando i diversi modelli di costume da bagno studiati apposta per chi ha subito l’ablazione di un seno e non ha voluto né subire una ricostruzione plastica né adattarsi all’uso di protesi. Le immagini fotografiche tra moda e arte, sono state realizzate con il duo artistico Tärähtäneet ämmät / Nutty Tart.

Le ideatrici del progetto Monikini 2.0 hanno realizzato anche un manifesto per esplicitare le proprie intenzioni: “Noi pensiamo che l’idea corrente sulla ricostruzione del seno dopo una mastectomia come la sola via per avere una vita piena, è una via che riduce al seno cosa una donna sia. Noi puntiamo a un’immagine positiva di sé delle donne operate al seno perché si vedano intere, belle e sexy anche con un solo seno o senza del tutto”. Il manifesto prosegue osservando che “L’altro nostro obiettivo è quello di affrontare il restrittivo tabù sociale di considerare appropriato l’esposizione di qualcosa che non c’è”.

Insomma l’aver voluto presentare delle donne che indossano orgogliosamente un costume da bagno che non nasconde la mutilazione subita "riguarda un cambiamento della cultura per tutta la società nei confronti della libertà e dell’emancipazione" sintetizzano le ideatrici del progetto.

Ora il progetto artistico non profit ha dato vita alla campagna di crowdfunding per la realizzazione e la commercializzazione di tre modelli di costumi da bagno anche sulla spinta delle numerose richieste giunte da donne che dopo aver apprezzato i modelli in fotografia volevano indossarli. Da non trascurare il fatto che la madre del progetto Elina Halttunen erano dieci anni che sognava di comprare un costume da bagno adatto e ha condiviso questo bisogno con molte altre donne operate al seno.
L’obiettivo della campagna, avviata il 30 maggio, sulla piattaforma Kickstarter, è di raggiungere in 30 giorni 55mila dollari. A poche ore dal lancio erano già 16 i sostenitori. Se la cifra sarà raggiunta saranno messi in produzione tre modelli che verranno venduti online a tutte le donne che vorranno acquistarli.
 


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