Non profit

MongolRally: in Panda verso la Siberia per beneficenza

La corsa di raccolta fondi dei rottami che attraversa l’Europa per arrivare in Siberia, partirà il 19 luglio, tra i partecipanti ci sono già tre ragazzi italiani. Le uniche regole: partire con una macchina di almeno 10 anni, avere un motore inferiore ai 1200 cavalli e niente autostrade né GPS

di Redazione

Se nulla va storto, significa che tutto è andato storto. E’ questo il motto di Mongol Rally, la corsa automobilistica di beneficenza, attraverso oltre 16 mila chilometri di montagne, deserti e steppe dell’Europa e dell’Asia.

Arrivata alla sua undicesima edizione, la corsa è aperta a circa 200 squadre e le regole sono poche ma non così scontate. Prima di tutto l’ ’auto utilizzata deve avere minimo 10 anni e un motore inferiore ai 1200 cavalli, è vietato utilizzare autostrade e gps ed è obbligatorio raccogliere almeno 1000 euro da versare in beneficenza. La partenza ufficiale sarà a Londra il 19 luglio, ma ogni squadra potrà iniziare il proprio viaggio da qualsiasi città europea, obiettivo, arrivare per primi a Ulan Ude, in Siberia, città russa a nord della Mongolia. Un’esperienza estrema, fatta per coraggiosi con ottime doti di orientamento e adattamente, perché, il sito del rally specifica, “dopo questa esperienza, né voi, né la vostra macchina, sarete più gli stessi”. Ad aver raccolto la sfida, quest’anno, anche tre ragazzi veronesi, Alessandro Petronio, Luca Bordato e Lorenzo Rognini, appassionati giocatori di basket, l’iniziativa infatti è patrocinata dalla società sportiva Scaligera Verona e dalla squadra Da Move.

Abbiamo deciso di montare un canestro pieghevole ad altezza regolamentare sul tettuccio della macchina, per poter in qualsiasi momento fare due tiri, soprattutto con chi abita in paesi sperduti e non ha avuto modo di conoscere il nostro magnifico sport.” Spiegano sul blog sportivo La giornata tipo. “Pensiamo che l’idea di far giocare a basket bambini in Kazakistan, Mongolia e Siberia sia splendida ricordando che il ricavato andrà in beneficenza, quindi speriamo di fare del bene grazie allo sport che amiamo”. I soldi che riusciranno a raccogliere dagli sponsor, infatti, verranno devoluti alle organizzazione Cool Earth e Slums Dunk. La prima lavora con le popolazioni indigene per la salvaguardia della Foresta Amazzonica, mentre la seconda utilizza la pallacanestro come strumento educativo, negli slum di Nairobi e Lusaka. Per raccogliere fondi i tre veronesi hanno aperto una pagina sulla piattaforma di crowdfunding kickstarter


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