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Mondiali, quattro stranieri nella squadra italiana

di Redazione

Al via i Mondiali di atletica a Daegu in Corea del Sud. Sono quattro gli atleti “stranieri” nella squadra italiana. Ma potrebbero essere di più se la legge per la cittadinanza non lo impedisse. Come denuncia stranieriinitalia.it

Jean-Jacques Nkouloukidi, papà congolese e mamma haitiana, è un diciannovenne nato a Roma e cresciuto ad Ostia (Roma) e si cimenterà nei 50 km di marcia. Decisamente più veloce la gara di Jacques Riparelli, diciottenne con papà italiano e mamma camerunense, che vive da quando era piccolo in provincia di Venezia e correrà la staffetta 4×100.

Tra le atlete, il lancio del giavellotto conta anche su Zahra Bani, figlia di un italiano e di una somala, nata trentuno anni fa a Mogadiscio arrivata a Giaveno, Torino, quando aveva dieci anni . La ventottenne Libania Grenot Martinez, italo cubana che ottenuto la cittadinanza per matrimonio, sarà invece in pista per la staffetta 4×400.

Non c’è da stupirsi che in tutta la delegazione azzurra ci sia un solo atleta con entrambi i genitori immigrati, nonostante le tantissime seconde generazioni che praticano sport. Il problema è che per la stragrande maggioranza di loro diventare italiani è molto difficile, a causa dell’attuale legge sulla cittadinanza. Ne sa qualcosa Eusebio Haliti, diciannovenne campione italiano «juniores» sui 400 metri indoor e su pista. È nato in Albania, vive in Italia dal 2000 ma solo dal 2002 è regolarmente registrato come residente all’anagrafe: potrà quindi chiedere la cittadinanza solo nel 2012, troppo tardi per realizzare il sogno di correre alle Olimpiadi di Londra con la maglia dell’Italia.

Il suo caso è finito qualche settimana fa in Parlamento, con un’interrogazione dei deputati del Pd Francesco Boccia e Michele Ventura. I due chiedono al governo di non discriminare giovani, che ”pur essendo magari nati oppure cresciuti in Italia e che si sentono italiani a tutti gli effetti, vengono sempre e comunque considerati stranieri”.

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