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Mondiali di atletica: sorpresa siriana

Qualcuno li ha chiamati "i mondiali delle sorprese", ma la sorpresa più grande e ricca di significato della competizione di atletica leggera, che si è svolta dal 4 al 13 agosto nello Stadio Olimpico di Londra, viene dal bronzo conquistato dal siriano Majd Eddin Ghazal nel salto in alto

di Marco Marcocci

I Mondiali di atletica leggera che si sono svolti dal 4 al 13 agosto nello Stadio Olimpico di Londra sono stati caratterizzati da molti eventi inaspettati, belli e brutti, tant’è che qualcuno li ha ribattezzati come i mondiali delle sorprese.

Clamoroso è stato l’infortunio occorso a Usain Bolt, il più grande velocista di sempre, durante la staffetta 4×100 metri che costituiva l’ultima gara della sua straordinaria carriera.

In tante gare gli equilibri sportivi e, di conseguenza, i pronostici sono stati ribaltati, come il successo del mezzofondista francese Pierre-Ambroise Bosse negli 800 metri o quello del turco-azero Ramil Guliyev nei 200 metri che ha festeggiato con le due bandiere, una della Turchia e l’altra dell’Azerbaijan.

Magro il bottino per gli atleti italiani, solo una medaglia di bronzo conquistata dalla tarantina Antonella Palmisano nei 20 Km di marcia.

La sorpresa più grande e ricca di significato viene però dal bronzo conquistato dal siriano Majd Eddin Ghazal nel salto in alto.

Nell’ultima giornata dei campionati il trentenne Ghazal, membro del National Army di Damasco, ha superato i 2,29 metri salendo così sul gradino più basso del podio.

L’atleta siriano, il cui record personale ottenuto a Pechino nel 2016 è 2,36, subito dopo la premiazione ha dichiarato di essere orgoglioso del proprio paese e “di tutto il popolo siriano”.

Le gesta atletiche di Ghazal si arricchiscono ulteriormente di valore se contestualizzate nell’attuale situazione di guerra e distruzione in cui da troppi anni versa la Siria.

Ghazal ha ricordato che per partecipare a tornei internazionali deve andare a chiedere il visto alle ambasciate dei vari Paesi organizzatori in Kuwait, in quanto a Damasco queste non sono presenti e molto spesso il permesso non arriva in tempo perché, commenta l’alteta, “pensano che io sia un potenziale immigrato solo perché sono siriano”.

Dalla favola che narra il successo di Ghazal si apprende anche che l’atleta si allena da solo, che fino all’ultimo momento non era certo di ottenere il visto per Londra e che una volta, nel pieno della guerra civile, mentre si allenava nello stadio di Damasco una granata esplose vicino al materasso dei salti.

Commovente è stata l’esultanza dell’atleta a fine gara, lacrime di gioia pensando al popolo siriano che da troppo tempo soffre ingiustamente.

Quella di Ghazal è stata in assoluto per la Siria la terza medaglia mondiale, prima di lui la multiplista Ghada Shouaa si era aggiudicata l’oro nel 1995 a Goteborg ed il bronzo nel 1999 a Siviglia. Dalla guerra in Siria al bronzo a Londra è stato un bel salto, anzi una bella sorpresa!

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