Sostenibilità
Mondiali Bormio 2005: respinto ricorso ambientalisti
Il WWF si era opposto alla concessione edilizia per i faraonici lavori che interesseranno il Parco dello Stelvio
Il TAR della Lombardia ha respinto le richieste del WWF Italia che chiedevano la sospensione della concessione edilizia per i lavori, attualmente in corso a Santa Caterina, per i Mondiali di sci Bormio 2005, con la motivazione che i lavori sono ?in fase di avanzamento?.
Il ricorso chiedeva la sospensione dei lavori in attesa del giudizio di merito sulla richiesta di annullamento del permesso di costruire per interventi di riqualificazione degli impianti sciistici di risalita a S.Caterina Valfurva con annesse piste, cabinovia, seggiovia, ski stadium, strade di cantiere e servizi di pertinenza. Il Tribunale Amministrativo ha respinto la richiesta di sospensione lavori nonostante sia stata stravolta la procedura per il rilascio del permesso di costruire, in materia di VIA, in materia di nulla osta dell’ente gestore del parco, in tema di conferenza di servizi per favorire opere che danneggiano irrimediabilmente il patrimonio ambientale tutelato dalle leggi della Repubblica Italiana e dalla Unione Europea.
Di fronte alla gravità di queste violazioni riteniamo davvero incomprensibile che il TAR non abbia concesso la sospensiva considerando inoltre che è concretamente minacciato uno dei luoghi più interessanti del Parco Nazionale dello Stelvio.
Le autorizzazioni rilasciate per il ponte e per la pista sono in contrasto con il decreto di V.I.A della Regione Lombardia del maggio 2000 (Valutazione di Impatto Ambientale) che imponeva la riduzione della larghezza della pista per la competizione sportiva a 20 metri , contrastano con gli atti e le preoccupazioni del Parco circa il forte impatto ambientale dei lavori e contrasta infine con il fatto che si tratti di un sito tutelato dalla Unione Europea per la distruzione del quale è stata formalizzata all’Italia l’apertura del procedimento d’ infrazione..
La concessione edilizia inoltre si basa su progetti che non prevedono in modo adeguato e preciso il ripristino dei luoghi secondo lo stato originario, non prevedono l’utilizzo di materiali del luogo, si fonda su premesse (Conferenza di Servizi) che non risponderebbero ai requisiti di Legge. La Regione stessa aveva lamentato nella V.I.A del 2003 che gli interventi previsti hanno un carattere ?non sufficientemente approfondito degli aspetti di analisi e delle proposte di recupero ambientale e forestale?. La concessione è stata rilasciata dal Comune di Valfurva ignorando le prescrizioni del Parco, significativa è la grave omissione della richiesta di fidejussione bancaria a garanzia imprescindibile della correttezza dei lavori, omissione per la quale l’atto è da considerarsi non valido.
I lavori per i mondiali stanno proseguendo senza un progetto definitivo con continue richieste di modifiche (basti pensare alle nuove imponenti escavazioni in roccia, all’assenso per l’utilizzo di esplosivo ?per accelerare i lavori? dopo che era stato convenuto di non utilizzarlo).
?Anche il piano del parco che tra poco inizierà il lungo iter approvativo, al quale il WWF Italia ha lavorato per proporre modifiche, si presenta come strumento per ?sdoganare? ogni possibile speculazione anziché come strumento di studio e come normativa di tutela del parco.
La bozza di piano ora in discussione non pone alcun argine agli impianti di risalita consentendo l’apliamento di molti comprensori sciistici tra cui spiccano quello di Pejo in Trentino e quello di S.Caterina Valfurva in Lombardia.
Già è iniziata la revisione dei confini con la riduzione di oltre 2.600 ettari in Alto Adige e in Trentino, essenzialmente a scopi venatori. Il piano non tutela a sufficienza il territorio e nonostante la legge lo prevede ?sovraordinato ad ogni livello (…) ad ogni strumento di pianificazione?, fa invece continuo riferimento a piani e leggi generiche degli enti locali che non considerano, ovviamente, le specificità del parco? ha dichiarato Enzo Venini consigliere WWF Italia e nel Direttivo del Parco Nazionale dello Stelvio.
?A nostro avviso in questa vicenda si individuano le responsabilità del Ministero dell’Ambiente e della Sovrintendenza che hanno assecondato una progettualità molto carente negli aspetti di tutela del territorio a danno dell’ambiente e del Parco Nazionale dello Stelvio. Anche la stessa Regione Lombardia ha favorito provvedimenti che andavano contro il proprio decreto di Valutazione di Impatto Ambientale? ha concluso Enzo Venini consigliere WWF Italia e consigliere nel Direttivo del Parco Nazionale dello Stelvio.
Questa decisione del TAR va a peggiorare una situazione molto critica per l’ambiente protetto del Parco.
Anche la prossima nomina del nuovo Presidente, si inserice in questo contesto, essendo stata individuata una persona che non pare avere i requisiti di competenza e autorevolezza richiesta dalla legge istitutiva del parco stesso e indispensabili per gestire un parco nazionale che, con la confinante area protetta dell’Engadina fa parte di una delle più grandi aree protette delle Alpi e che uno studio internazionale del WWF fa ricadere nelle 23 aree a maggior biodiversità dell’intero arco alpino (come illustrato su
www.wwf.it/alpi)
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