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Mondatore (Cittadinanzattiva): “Dopo la rabbia, un fronte comune con i cittadini”

Non è tempo per far polemiche, perché in questo momento rischiano di essere strumentali o di fare sciacallaggio. Resta però un fatto: non avremmo voluto assistere a un altro episodio come quello di Viareggio

di Marco Dotti

«Un episodio che ci ha sconvolti per la sua gravità, adesso ci appelliamo alla magistratura e ai tecnici affinché si faccia chiarezza prima possibile». Daniela Mondatore, presidente di Cittadinanzattiva Puglia, ha scelto poche parole, ma chiare sull'incidente ferroviario sulla linea Andria-Corato. L’abbiamo intervistata.

Ora dopo ora il numero degli interrogativi cresce…
Sono passate solo poche ore da questa tragedia. Ho pudore a parlare di quanto accaduto, per il rispetto che dobbiamo alle vittime e ai loro famigliari. Ma anche per il riconoscimento enorme che merita tutta la Puglia che, ieri, si è mossa. Professionisti, operai, cittadini che con generosità hanno soccorso e donato il sangue. Non è tempo per far polemiche, perché in questo momento rischiano di essere strumentali o di fare sciacallaggio. Resta però un fatto: non avremmo voluto assistere a un altro episodio come quello di Viareggio.

Dove vi siete costituiti parte civile…
In questo momento, l’unica cosa che vogliamo fare come Cittadinanzattiva, perché è questo il nostro stile, è appellarci ai tecnici e alla magistratura, perché facciano chiarezza quanto prima sia sulle cause che sulle responsabilità collegate. Ma anche ai mezzi di informazione, perché si faccia una corretta informazione ai cittadini.

Crede ci siano delle distorsioni nella comunicazione?
Faccio solo un esempio: ieri, tutti i titoli o quasi erano sul binario unico. Il problema, però, non è che su quella linea ci sia un binario unico. Il problema non è il binario unico in sé, ma il fatto che ci siano o meno dispositivi di sicurezza, strumenti adeguati per il controllo del traffico, automatici e non legati ad una segnalazione con paletta. Anche sulle linee a doppio binario, in assenza di sistemi di sicurezza, possono accadere episodi tragici… Tra l’altro, oltre dieci anni fa, assieme all’Orsa, l’organizzazione dei sindacati di base, avevamo fatto una battaglia perché la rete ferroviaria – a binario unico o meno che sia – fosse dotata di tutti gli strumenti più evoluti di controllo del traffico. Controlli automatici, non legati a una segnalazione con la paletta o ad una telefonata. Come Cittadinanzattiva facciamo un appello, quindi, agli organi di informazione perché si faccia un’informazione che non disorienti ancora di più gente già disorientata da questo dramma.

È cambiato qualcosa?
In molte parti d’Italia no. E proprio sulla linea Andria-Corato c’era un progetto finanziato con fondi europei ma con un ritardo fortissimo nella realizzazione di un’opera che avrebbe avuto sicuramente un impatto positivo sulla sicurezza complessiva di quella tratta. Ora bisognerà capire dove sono le responsabilità.

Vi costituirete parte civile?
Sì, certo, lo faremo, come lo abbiamo fatto a Viareggio. Lo faremo per tutelare il punto di vista delle vittime e ribadire l’importanza che una organizzazione civica sia presente, come soggetto attivo, in situazioni come questa.

I cittadini sono sempre meno ascoltati…
È il solito problema: l’agenda dei cittadini non coincide con l’agenda della politica. Come organizzazioni, però, dobbiamo fare di più. Facciamo già molto, ma evidentemente siamo chiamati a fare di più. Per esempio per monitorare, quando c’è un finanziamento o un appalto, che questi lavori siano effettivamente realizzati, rispettando tempi e obiettivi.

Sicuramente dobbiamo fare di più e fare insieme, fra organizzazioni, in modo che ci sia un monitoraggio civico permanente della realizzazione dei progetti scritti sulla carta.

Il progetto di messa in sicurezza della linea Andria-Corato era in ritardo…
Doveva essere inaugurato nel 2015, mentre siamo solo al bando. Aspettiamo tutte le carte, prima di avanzare qualunque ipotesi. Ma da un lato dobbiamo stare, da subito, sul fronte della tutela delle vittime, dall’altro capire, come organizzazioni civiche, con quali strumenti, con quale forza in più possiamo far sì che vengano monitorati i lavori e appalti di così grande portata. In Puglia ci dicono che c’erano treni nuovi, che grandi sforzi sono stati fatti, ma anche per questo dobbiamo capire dove sta il problema. Dopo la rabbia, che dobbiamo accogliere, bisognerà passare ad azioni certe, facendo fronte comune tra associazioni e cittadini perché non si ripetano tragedie simili.

Incidente ferroviario nei pressi di Corato
Mario Laporta/AFP/Getty Images

Fuori di retorica, queste tragedie devono risvegliare l’attenzione dei decisori o non se ne esce…
Dobbiamo adottare pratiche di monitoraggio civico. Noi come Cittadinanzattiva lo adottiamo in molte situazioni, anche per i trasporti. Il problema è anche l’impatto del nostro punto di vista sull’agenda politica. Questo è un dato di fatto, per questo dobbiamo rafforzare quella che è già una capacità civica: essere monitori, ma anche incidere sulle decisioni, attuare un controllo sull’effettiva attuazione da parte di chi ha responsabilità, politiche o amministrative. È un nodo cruciale della nostra situazione come Paese, non solo in Puglia.

In copertina: immagine di MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images

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