Cultura

Mondadori, la saga che approdò nel non profit

Recensione del libro "Le mie famiglie" di Cristina Mondadori.

di Benedetta Verrini

Comincia con una scena di Novecento il libro di Cristina Mondadori, Le mie famiglie. Il plurale è d?obbligo, perché alla storia della più famosa dinastia di editori, i Mondadori, si è intrecciata quella di altre due grandi famiglie italiane, i Monicelli (Arnoldo Mondadori sposa Andreina Monicelli, zia del grande regista) e i Formenton Macola (grazie alle nozze dell?autrice con Mario Formenton). Il riferimento al celebre film di Bertolucci cade a pennello. Perché l?immagine rude e forte della gente della Bassa padana non potrebbe essere più calzante, per raccontare le vicende di un giovane sanguigno, Arnoldo Mondadori, nato a Ostiglia in un?epoca in cui l?analfabetismo toccava punte del 90%, ma destinato a fare l?editore. A costruire un impero partendo dalla miseria delle rive del Po. Il racconto di Cristina attraversa questo profilo roccioso con la tenerezza della figlia, restituendoci un ritratto intimo e privatissimo del grande editore, del tutto inedito rispetto all?immagine pubblica. è con questa stessa naturalezza, di chi ha avuto in sorte di nascere in una famiglia che ha lasciato una profonda traccia nella storia italiana, che l?autrice ci consegna un gustoso album di fotografie, in cui le immagini private di feste, matrimoni, nonni, zii e figli si alternano a quelle di ?papà? con i grandi della letteratura: Luigi Pirandello, Gabriele D?Annunzio, Ernest Hemingway. Narratrice eccellente, alternando le vicende familiari e il suo percorso privato di donna, moglie e madre, la Mondadori conduce il lettore attraverso anni di profondi cambiamenti sociali, vissuti appassionatamente in tanti luoghi diversi: dalla Persia dello Scià alla Verona anni 60. E poi, il 68 a Milano e la scomparsa del padre nel 1971, ?uomo di comando? anche nella morte, che aveva lasciato predisposto il proprio necrologio. Non nasconde nulla, Cristina Mondadori. La sua sfida personale per riprendere gli studi, dopo quattro figli, e laurearsi in medicina. Ma non nasconde nemmeno i dolori, le faide familiari, l?intricata vicenda giudiziaria della casa editrice tra Berlusconi e De Benedetti. Anni difficili, in cui la famiglia è segnata da lutti e sofferenze. Come la perdita della piccola Benedetta D?Intino, nipote di Cristina, cui qualche anno dopo vengono dedicati la Fondazione e il Centro Benedetta D?Intino a difesa del bambino e della famiglia. “Occuparmi di bambini con disturbi comportamentali, e delle loro famiglie, era un sogno che stava in un mio riposto cassetto da tempo”, spiega l?autrice, che ha destinato i propri diritti a questo nuovo, straordinario progetto di solidarietà nel cuore di Milano.


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