Scuole di cittadinanza

MoltiMondi: l’orchestra dei ragazzi che annulla le distanze

Il repertorio dell'orchestra conta un brano per ogni paese di origine dei musicisti. Un laboratorio musicale interculturale per ragazzi dai 14 ai 25 anni, nato nelle scuole di Modena e oggi portato avanti dall’associazione Emilia MoltiMondi. La musica così diventa il veicolo per imparare a conoscersi reciprocamente

di Rossana Certini

A Modena c’è un’orchestra speciale che con la sua musica annulla i confini geografici, unisce i ragazzi di ogni nazionalità e mette in rete le scuole. È l’Orchestra interculturale MoltiMondi, nata sette anni fa nelle scuole delle città con un progetto socio-educativo ideato da Enrico Ferri, docente dell’Istituto superiore Adolfo Venturi e oggi diventata un laboratorio rivolto a tutti i giovani di Modena e organizzato dall’associazione Emilia MoltiMondi. Un luogo che attraverso la musica crea integrazione tra i ragazzi dai 14 ai 25 anni, provenienti da Paesi diversi.

«La scorsa primavera», spiega Paola Mengoli, presidente dell’associazione, «al laboratorio musicale hanno partecipato 15 ragazzi di cui dieci iscritti e frequentanti le scuole modenesi, tre universitari, un minore straniero non accompagnato e un giovane che non studia e non lavora. Quest’ultima edizione del laboratorio, grazie a sponsorizzazioni di imprese del territorio, è stata organizzata dall’associazione Emilia MoltiMondi, senza la collaborazione delle scuole, su richiesta dei giovani che avevano già partecipato ai precedenti laboratori, con il forte sostegno delle famiglie e delle associazioni che hanno in carico i minori non accompagnati che vivono a Modena».

Le prove dell’orchestra si svolgono all’interno de La Tenda, una struttura gestita dall’assessorato alle Politiche giovanili del comune di Modena, le cui finalità sono quelle di stimolare e alimentare la creatività giovanile attraverso lo snodarsi di un percorso che prende vita sotto molteplici sfumature di carattere culturale.

Una esibizione dell’Orchestra MoltiMondi ne La Tenda di Modena (foto di GiorgioFinali)

«Il bello dell’orchestra è che l’unica lingua che si parla è quella dei suoni, delle note e delle percussioni», spiega Mengoli, «non sappiamo con precisione quanti studenti sono stati coinvolti nel progetto nel corso degli anni. Ci sono stati ragazzi che hanno frequentato l’orchestra per un solo anno, altri che hanno continuato anche dopo il diploma. Non conosciamo neanche tutte le nazionalità dei ragazzi, ma sicuramente nel gruppo sono sempre stati presenti figli di famiglie immigrate, tra i quali ci sono sia giovani con cittadinanza italiana sia non. Mediamente un terzo dei partecipanti ha un background migratorio».

Il bello dell’orchestra è che l’unica lingua che si parla è quella dei suoni, delle note e delle percussioni

Paola Mengoli, presidente dell’associazione Emilia MoltiMondi

La sinergia tra MoltiMondi e la scuola

Un ruolo importante per l’azione educativa del laboratorio è svolto dagli insegnanti delle scuole modenesi che oltre a presentare il laboratorio e le sue attività agli studenti, sollecitato la loro partecipazione.

«Siamo una rete di oltre dieci scuole secondarie di primo e secondo grado che collabora con l’Orchestra», spiega Carla Quaranta, docente di storia e italiano all’Itis Fermo Corni di Modena, «il pomeriggio accompagniamo i nostri studenti a La Tenda, assistiamo alle prove. Il laboratorio non è solo un luogo di integrazione per i ragazzi ma lo è anche per noi docenti, perché quel momento diventa l’occasione per scambiarci esperienze e confrontarci sulle metodologie che ogni istituto mette in campo per creare percorsi di integrazione durante le ore scolastiche».

Le prove dell’Orchestra MoltiMondi di Modena (foto del sito modenamoltimondi.com)

Gli insegnanti svolgono, anche, l’importante compito di aiutare i loro studenti quando emergono difficoltà nella gestione del tempo e nella conciliazione tra gli impegni del laboratorio e quelli della scuola. Alcuni docenti approfondiscono in classe aspetti linguistici, di comunicazione, di storia e di letteratura prendendo spunto dalle scelte dei brani che l’orchestra decide di eseguire. La collaborazione tra gli insegnanti delle scuole e i maestri musicisti, che conducono il laboratorio orchestrale, è fondamentale per il raggiungimento, da parte dei ragazzi, di competenze relazionali, linguistiche e culturali.

L’orchestra non è solo un luogo di integrazione per i ragazzi ma lo è anche per noi docenti, perché diventa l’occasione per scambiarci esperienze

Carla Quaranta, docente di storia e italiano all’Itis Fermo Corni di Modena

Suonando insieme si costruisce interculturalità

«Le proposte musicali su cui l’orchestra lavora non arrivano solo dai docenti del laboratorio», prosegue Mengoli, «i ragazzi propongono ognuno un brano musicale che li rappresenta, ne spiegano il significato per loro, per la loro famiglia, per il loro Paese di origine e il collettivo orchestrale introduce nel repertorio questi brani appartenenti a mondi molto diversi tra loro. In questo modo tutti imparano a conoscersi reciprocamente».

I ragazzi si esibiscono in concerti serali aperti al pubblico e come spiega Mengoli «l’orchestra partecipa a numerose manifestazioni cittadine a cui è invitata proprio come esempio originale di lavoro comune tra giovani che condividono gli stessi spazi e lo stesso territorio, pur provenendo da mondi ed esperienze di vita molto differenti».

Il laboratorio consente ai ragazzi di sviluppare l’attitudine al lavoro di gruppo e alla collaborazione, migliora le loro capacità di relazione e aumentata la loro capacità di accettare e comprendere le diversità. Migliora la loro capacità di gestire lo stress ed accresce il loro spirito di iniziativa e la flessibilità di fronte alle difficoltà.

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Nella foto di apertura alcuni componenti dell’Orchestra MoltiMondi durante un concerto a La Tenda di Modena (foto di GiorgioFinali)

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