Famiglia
Mollison, i volontari senza lo zucchero
Il caso della campagna Benetton Parla il fotografo che lha realizzata in occasione dellanno internazionale del volontariato. Ritraendo travestiti o ex delinquenti.
La prima cosa che ha fatto James Mollison quando l?Onu gli ha chiesto di trovare un?idea per promuovere l?anno internazionale del volontariato, è stata aprire il dizionario. Una delusione: alla voce volontario, non c?è traccia degli uomini e delle donne che affollano i ricordi e gli archivi del ventottenne fotografo di Fabrica. Profughi kosovari che mandano avanti i campi macedoni durante la guerra. Africani poverissimi che hanno creato una società civile in Tanzania. Volontari che, nella maggior parte dei casi, non corrispondono affatto allo stereotipo del medico senza frontiere occidentale o del logista o della signora con tanto tempo libero da donare.
Per Mollison, sono la prova vivente che volontariato possono farlo tutti. Indipendentemente da età, sesso, cultura e provenienza sociale. E che, nell?anno internazionale dei volontari, è questo il messaggio più importante da lanciare. Detto e fatto, nel tempo record di sei settimane. All?inizio di ottobre, il messaggio di James è comparso forte e chiaro sui manifesti pubblicitari della Benetton e su Colors, il magazine di Fabrica venduto in 60 Paesi. Con il travestito Nelson Gomez e l?ex detenuto William Huezo come testimonial principali.
Vita: Davvero non c?è alcun intento di scioccare in questa campagna?
James Mollison: Davvero. Il messaggio è un altro: non importa da dove vieni, quanto tempo hai per gli altri o cosa fai nella vita, anche tu puoi essere un volontario.
Vita: Alcuni lettori hanno trovato la campagna offensiva, spiegando di non sentirsi rappresentati dai volontari scelti. Cosa direbbe loro?
Mollison: Il fatto che sui manifesti compaia William Huezo, ex membro di una gang ed ex carcerato, oggi direttore di un?associazione di ex membri di gang, non significa che sia il miglior volontario del mondo. O il più rappresentativo. Piuttosto, abbiamo scelto lui per sottolineare che nel volontariato qualcuno può anche trovare un?occasione di riscatto. Prostitute, travestiti e detenuti sono persone che spesso vengono guardate con disprezzo, e invece anche loro si impegnano. Anzi, spesso svolgono un lavoro che altri volontari non potrebbero fare, perché hanno vissuto sulla propria pelle i problemi che cercano di risolvere. È il caso di Huezo e anche dei rifugiati afghani che ho incontrato in Pakistan: anche loro fanno i volontari, non si limitano a chiedere aiuti esterni. Dopo gli attentati dell?11 settembre contro l?America, ci siamo chiesti se fosse giusto inserirli nella campagna. E la risposta è stata sì, penso che il loro impegno aiuti a non demonizzare un intero popolo.
Vita: Perché fare ritratti di volontari invece che mostrarli al lavoro?
Mollison: Ho preferito che guardassero dritto nell?obiettivo, e quindi negli occhi di chi osserva la pubblicità, perché ci fosse un contatto diretto. In questo modo le emozioni traspaiono di più e il soggetto sono i volontari intesi come uomini e donne che fanno una scelta più che le persone che ricevono il loro sostegno. Dietro ai primi piani dei volontari, ho cercato di ricostruire l?ambiente in cui operano e vivono.
Vita: Lo slogan della campagna è: ?Quando è stata l?ultima volta che hai fatto qualcosa per qualcuno??. Lei cosa risponde?
Mollison: Non sono un volontario nel senso tradizionale del termine. Do una mano in quello che so fare meglio: preparando il numero di Colors sulla disabilità mentale, che uscirà fra qualche mese, ho incontrato Gregoire Ahongbonon, un uomo incredibile che in Costa d?Avorio cura e cerca di reinserire nella società i malati mentali incatenati agli alberi e imprigionati nei tronchi. Gli ho regalato le foto che ho scattato nei suoi centri in Africa e lo sto aiutando a preparare una brochure della sua associazione.
Vita: Per sei mesi ha girato il mondo, incontrando ogni genere di volontari. Cosa ti ha dato quest?esperienza?
Mollison: Ho scoperto che c?è un sacco di gente per cui individualismo e denaro non sono la cosa più importante. Gente che pensa ad altro, sia questo la sua comunità, l?ambiente o la pace nel mondo. Incontrarla è stato bellissimo.
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