Famiglia

Molise. La Caritas al fianco dei terremotati

Il freddo è forte, in Molise, mentre la Caritas incontra Bertolaso al Com: "Aiutateci a farli tornare nelle loro case"

di Ettore Colombo

Il terremoto – ma non il freddo – concede una tregua, che si spera definitiva. Per le popolazioni del basso Molise e dell’alta Daunia pugliese, pero’, – sostiene la Caritas italiana – i problemi e le preoccupazioni non accennano a diradarsi. Il gelo notturno ha vinto la paura di molte persone, inducendole a far ritorno alle proprie abitazioni, che avevano lasciato per le piu’ sicure tende. Ma gran parte dei tredicimila che da una settimana alloggiano e dormono fuori casa sono ancora costretti a fare vita di campo, non potendo riprendere possesso di edifici lesionati e pericolanti. Ci si interroga, in questi giorni, sulla sistemazione che sara’ data prossimamente ai tanti sfollati. Guido Bertolaso, capo del dipartimento di Protezione civile, ha piu’ volte ribadito l’intenzione di chiudere le tendopoli entro breve, trasferendo i terremotati in luoghi piu’ confortevoli. Gli operatori della Caritas Italiana, attivi in Molise dal giorno successivo al terremoto, – informa una nita della stessa Caritas italiana – hanno incontrato ieri Agostino Miozzo, responsabile del Com di Larino, il centro operativo della Protezione civile che coordina tutti gli interventi di soccorso. Miozzo ha confermato che la smobilitazione delle tendopoli e’ prevista entro dieci giorni: gli sfollati saranno trasferiti in alberghi o case di vacanza lungo la vicina costa adriatica, oppure potranno affittare – grazie a un sussidio dela Protezione civile – appartamenti sfitti, o ancora ricevere, in casi particolari, roulotte da piazzare nei pressi dell’abitazione lesionata. Questa sistemazione avra’ una durata temporanea, circa tre mesi, in attesa che nei paesi terremotati prendano forma villaggi di prefabbricati, destinati a rimanere in funzione sino al compimento della ricostruzione.

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