Formazione
Molise, 320 alunni ancora nei prefabbricati
Il 31 ottobre 2002 a San Giuliano di Puglia morivano 27 bambini e la loro maestra. Dieci anni dopo, un terzo delle scuole è ancora a rischio. E a Venafro 320 bambini fanno ancora scuola in emergenza
di Redazione
Dieci anni fa, il 31 ottobre 2002, la terra tremò in Molise. A San Giuliano di Puglia sotto il piano sopraelevato appena costruito di una scuola, morirono 27 bambini e la loro maestra, Carmela Ciniglio. Dieci anni dopo, dice Cittadinanzattiva, «almeno un terzo delle nostre scuole è ancora in condizioni di insicurezza, soprattutto nel sud del Paese e solo un quarto è in regola con tutte le certificazioni di sicurezza, a cominciare da quella di agibilità statica che mancava anche nella scuola di San Giuliano».
Da dieci anni Cittadinanzattiva tiene la Giornata sulla sicurezza nelle scuole (la prossima edizione sarà il 23 e 24 novembre), coinvolgendo attivamente più di 5mila scuole, di cui almeno 2mila sono fidelizzate e attive sulla sicurezza: i dati del X Rapporto sulla sicurezza delle scuole (in allegato) parlano di lesioni strutturali in una scuola su dieci, distacchi di intonaco in una su cinque, muffe ed infiltrazioni in una su quattro; la manutenzione è ridotta al lumicino, tanto che nel 45% delle scuole monitorate sono stati richiesti interventi strutturali, ma in oltre la metà dei casi l’ente proprietario non è mai intervenuto.
Le richieste – Adriana Bizzarri, responsabile della Scuola di Cittadinanzattiva, oggi sarà a San Giuliano per la Giornata della memoria organizzata dal Comitato delle Vittime e dice: «Una situazione che ci preoccupa da dieci anni e sui cui chiediamo, anche in ricordo delle vittime della scuola Jovine, al Governo e alle istituzioni di intervenire perché nessuno debba sentirsi insicuro a scuola». Le richieste? «Il Ministero porti alla luce l’Anagrafe dell’edilizia scolastica che aspettiamo da almeno tredici anni per avere il quadro dettagliato sulle condizioni delle nostre scuole, istituto per istituto. Gli Enti locali non aspettino oltre, a cominciare dalle certificazioni di sicurezza e dall’effettuare i controlli periodici sugli istituti di loro competenza. Chiediamo, inoltre, in questo momento di crisi economica, di consentire ai cittadini di partecipare alla grande opera di messa in sicurezza delle scuole, come tra l’altro stanno già ampiamente facendo con i contributi cosiddetti volontari, approvando il ddl sulla destinazione dell’8 per mille all’edilizia scolastica». Si tratta, questo di un ddl a firma della senatrice Mariangela Bastico, presentato a maggio e la cui discussione non è ancora stata avviata.
L'appello di Napolitano – Anche il presidente Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio per l’anniversario, dove scrive: «Il doloroso ricordo dei ventisette bambini e dell'insegnante che persero la vita, ancora impresso nella coscienza del Paese, impone alle istituzioni il massimo impegno per garantire la continuità di politiche di intervento per la messa in sicurezza degli edifici scolastici». Mentre Michele Iorio, presidente della Regione Molise, in un messaggio ha detto: «Se oggi, dunque, il Molise è la regione d'Italia con il più alto numero di scuole sicure, lo si deve a quel sacrifico di quegli innocenti. Magra consolazione, ma purtroppo questo è il Paese in cui tante tragedie restano senza seguito».
Scuola nel campo – Dieci anni dopo il terremoto, in Molise ci sono ancora 320 bambini che fanno lezione nei prefabbricati. Succede a Venafro e lo racconta oggi il quotidiano locale Il tempo. A Venafro, dopo il terremoto del 2002, la scuola di via Colonia Giulia fu dichiarato inagibile e gli alunni furono trasferiti in una struttura temporanea, il campo "Camelot": dieci anni dopo in quella struttura ci sono 5 sezioni della scuola dell’infanzia, con 118 bambini, e 11 classi della scuola primaria con altri 202 alunni, per un totale di 320 ragazzi. «Siamo qui a testimoniare il fallimento dell'edilizia scolastica in Molise» ha detto il segretario Flc Cgil Sergio Sorella durante il presidio che si è tenuto davanti alla scuola.
Oltre 800 famiglie terremotate molisane, inoltre, sono ancora fuori casa, o nelle casette di legno che in dieci anni sono divenute fatiscenti o in autonoma sistemazione. La loro storia è raccontata nel documentario "Aspettando casa mia", girato nel villaggio provvisorio di Bonefro e realizzato dai registi Massimo Di Nonno, di Campobasso, e Alessandro Tosatti, di Bologna. “Le casette servono per far vedere che abbiamo ancora bisogno di soldi – dice Don Antonio Di Lalla su Il Giornale del Molise – se facciamo vedere in televisione che viviamo ancora in queste condizioni, è una scusa per chiedere soldi e ancora soldi, che servono ad altro. La politica evidentemente non ha fatto il proprio dovere”.
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