Mondo
Mohammad, a 68 anni in viaggio dal Myanmar a Cox’s Bazar
Il team della Ong ha incontrato un anziano rifugiato Rohingya a Cox’s Bazar, in Bangladesh. Il racconto di ciò che gli anziani e le loro famiglie affrontano nei campi per rifugiati: isolamento sociale, dipendenza cronica da aiuti esterni, problemi di mobilità e di salute mentale
di Redazione
Il 2020 è un anno molto difficile per le persone anziane nel mondo a causa della pandemia di Covid-19 che sta causando pesanti ripercussioni sulla salute, sui diritti e il benessere delle persone meno giovani. Moas riconosce i molteplici problemi che gli anziani e le loro famiglie affrontano nei campi per rifugiati, quali isolamento sociale, dipendenza cronica da aiuti esterni, problemi di mobilità e di salute mentale. Nei campi profughi in Bangladesh, molti dei rifugiati Rohingya più anziani hanno riscontrato difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari di base, mentre il sovraffollamento e il terreno collinare creano difficoltà, in particolare per le persone con mobilità ridotta. Tutte questi problemi sono stati ulteriormente amplificati dalla pandemia di COVID-19 in Bangladesh e nel mondo.
Malgrado ciò, è importante che i rifugiati più anziani non siano considerati solo come “destinatari passivi e dipendenti da assistenza”, poiché possono rappresentare una risorsa per la comunità, in qualita’ di leader con funzioni di guida e consiglio, e trasmettendo cultura e competenze.
Il team di Moas in Bangladesh ha incontrato Mohammad, un rifugiato Rohingya di 68 anni che vive nei campi di Cox’s Bazar, che ha raccontato il suo viaggio dal Myanmar tre anni fa: «Un viaggio difficile a causa della mia età». Mohammad ricorda un particolare giorno della sua vita: «Era il 25 agosto 2018. Molte persone si erano radunate in un’area del campo e avevano indossato tutte gli stessi vestiti (pantaloni verdi e magliette bianche), avevano portato cartelli e protestavano contro il famigerato governo del Myanmar. Ho guardato la loro manifestazione seduto al lato della strada». In Myanmar Mohammad era un venditore di noci oggi non ha più alcun reddito e il Covid-19 ha avuto un forte impatto sulla sua vita: «La vita è diventata ancora più difficile. La pandemia ci ha colpito in diversi modi: per esempio, riceviamo quantità minori di cibo rispetto a prima, non possiamo muoverci in libertà a causa del lockdown e non possiamo nemmeno incontrare i nostri parenti. Le persone con piccole attività non possono uscire a comprare o vendere nulla, coloro che ci avevano sempre aiutato ora non riescono più farlo». Mohammad sogna ancora, nonostante l’età di tornare a casa.
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