Non profit

Modifiche statutarie: appello per rinviare il termine del 3 agosto

Sette associazioni scrivono al Governo: l'attuale norma chiede «di adottare scelte di grande rilievo, quale la modifica del proprio Statuto (decidendo, ad esempio, se adottare la configurazione di ente di terzo settore o di impresa sociale) senza conoscere quale sarà il regime tributario applicabile». Per questo chiedono di attendere l'entrata in vigore del nuovo Registro

di Redazione

Come possono le onlus decidere se trasformarsi in Enti del Terzo Settore o in Impresa Sociale senza sapere quale sarà il regime tributario applicabile nei due casi? Perché per la modifica dei propri statuti le onlus devono avere meno tempo della generalità degli enti?

In forza di queste domande Uneba, Ansdipp, Aris, Cnec, Agidae, Convol, Movi – associazioni di categoria del non profit dei settori sociosanitario, socioassistenziale, socioeducativo – chiedono che il termine per l'adeguamento degli statuti delle Onlus alle disposizioni del Codice del Terzo Settore, fissato per il 3 agosto 2019, venga spostato più avanti, al momento in cui sarà operativo il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).

La lettera porta le firme dei sette presidenti: padre Antonio Di Marcantonio (Cnec), Sergio Sgubin (Ansdipp), Mauro Mattiacci (direttore generale Aris), Franco Massi (Uneba), padre Francesco Ciccimarra (Agida), Gianluca Cantisani (Movi) e Ermes Carretta (Convol). Assieme rappresentano diverse centinaia di enti, compresi i rami degli enti religiosi civilmente riconosciuti. Destinatari sono il presidente del consiglio Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario al Ministero del lavoro Claudio Durigon, la presidente della Commissione affari sociali della Camera Marialucia Lorefice e il presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri.

Le sette associazioni ricordano come «l’efficacia (delle modifiche) resta subordinata a due condizioni: l’operatività del Registro unico nazionale del Terzo Settore e l’autorizzazione da parte della Commissione europea all’applicazione delle norme tributarie introdotte nel Codice. «Le modifiche, comunque, non possono entrare in vigore prima del periodo di imposta successivo all’operatività del Registro», annotano.

In sostanza l'attuale norma del Codice chiede agli enti «di adottare scelte di grande rilievo, quale la modifica del proprio Statuto (decidendo, ad esempio, se adottare la configurazione di ente di terzo settore o di impresa sociale) senza conoscere quale sarà il regime tributario applicabile». Per questo le sette associazioni chiedono di modificare questa disposizione del Codice del Terzo Settore sull'adeguamento degli statuti, prima che scatti la scadenza del 3 agosto 2019.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.