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«Moderati, svegliatevi»
Dopo l'assissinio del governatore del Punjab il paese è a un bivio. La testimonianza di Sabika Shah Povia
di Redazione

Il governatore del Punjab Salman Taseer, ucciso il 4 gennaio al centro di Islamabad per aver espresso la necessità di cambiare la legge sulla blasfemia in Pakistan, era tra i leader politici piu` all’avanguardia del paese.
Taseer, sosteneva che tale legge doveva essere, se non abolita, per lo meno modificata per non permetterne l’uso scorretto a danno delle minoranze religiose. Aveva di fatto sostenuto che avrebbe parlato con il Presidente Zardari, suo amico e membro dello stesso partito, a favore della scarcerazione di Asia Bibi, madre cristiana di 4 bambini, condannata a morte per presunta blasfemia.
Una presa di posizione coraggiosa, visto il diffuso sentimento di fanatismo religioso che aveva portato mullah ed estremisti a mettere una taglia sulla testa della donna e ad ammutolire cosi` i suoi pochi sostenitori.
Mumtaz Qadri, l’assassino, era membro di una forza speciale della polizia addestrata appositamente per combattere terroristi. I colleghi erano a conoscenza del fatto che stava per sparare al governatore, eppure nessuno lo ha fermato: 27 i colpi di pistola, il tempo di fermarlo c’e` stato, ma o per paura o per comune ideologia nessuna guardia del corpo si e` mossa.
Il macabro sorriso sul volto dell’assassino nel momento dell’arresto e` rimasto impresso nella mente di tutti come simbolo di un paese che cade a pezzi sotto il peso schiacciante del terrorismo islamico. I cosidetti jihadisti si sono infiltrati anche dentro le forze dell’ordine, riducendo al minimo le possibilita` di estirpare questo cancro di fanatismo religioso dall’interno del paese.
Anche dall’interno del carcere Qadri continua a cantare preghiere e lodi e sostenere di aver eseguito il volere di Dio. Possibile che esistano cosi tante persone arroganti al punto di essere convinte di sapere cosa vuole Dio? E con tutti i problemi che ci sono nel mondo, sono davvero cosi` assurde, maligne e meticolose le sue richieste?
Terroristi forse ancora non ce ne sono tanti in Pakistan, ma estremisti si. Uno degli alleati principali degli USA nella lotta contro il terrorismo sembra proprio diretto nella direzione opposta. Ogni giorno si vede la nascita di nuovi kamikaze e terroristi, ed anche i testi scolastici si stanno riempiendo di idee violente ed estreme. Non sapendo come combattere il terrorismo, la popolazione lo sta abbracciando.
Shehrbano Taseer, la figlia del governatore, sostiene che il padre voleva «un Pakistan che appartenesse ai poveri come ai ricchi, alle donne come agli uomini, alle minoranze religiose come ai Musulmani, agli oppressi come ai liberi». Scrive al New York Times: «Si sbagliano i sostenitori di Qadri se pensano che uccidendo mio padre possono azzittire la sua voce o quella dei milioni che come lui credono nella visione di un Pakistan laico come quello che voleva il suo fondatore Muhammad Ali Jinnah».
Mentre Shehrbano continua sulle orme del padre denunciando tale legge insieme all’omicidio dello stesso, c’e` chi accoglie Qadri al tribunale ricoprendolo di petali di rose.
E’ chiaro che non e` piu` tempo di dialogo in Pakistan. E` un paese dove tutti vivono o nell’ignoranza o con la paura di combatterla. E` tempo di rivoluzione. E` tempo che i moderati si sveglino e mettano da parte le loro paure o la “terra dei puri” sara` presto un covo per terroristi che non faranno che infangare il nome dell’Islam.
Di Sabika Shah Povia*
* Nata in Italia da genitori pakistani. E’ laureata in giornalismo presso il London College of Communication. Ha mandato questa testimonianza dal Pakistan.
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