Cultura

Modello olivetti made in coop

Nella valle del Bidente ci sono più polli che persone. Negli ultimi 20 anni l’economia di questa zona ha attirato un numero sempre crescente di lavoratori stranieri

di Francesco Agresti

Nella valle del Bidente ci sono più polli che persone. Negli ultimi 20 anni l?economia di questa zona della provincia forlivese si è specializzata nell?allevamento avicolo gestito in gran parte da cooperative. Le attività di queste imprese hanno attirato un numero sempre crescente di lavoratori stranieri; la coop Pollo del Campo, una delle aziende più note, conta mille dipendenti di cui la metà stranieri. Così, in pochi anni, nei piccoli paesi della vallata gli immigrati hanno raggiunto il 10% della popolazione. «La presenza di queste persone, venute prima da sole e poi gradualmente con tutta la famiglia, ha posto da subito il problema delle abitazioni», ricorda Davide Drei, presidente della cooperativa sociale Spazi Mediani di Forlì. Nei primi anni gli immigrati erano costretti a fare i pendolari o a dormire in auto. «Non ci voleva molto a capire che la situazione stava diventando insostenibile». Che fare? In un?economia a trazione cooperativa la risposta non poteva che nascere dalla collaborazione tra imprese. E così è stato. «Abbiamo messo a punto un piano di intervento in cui le coop agroalimentari forniscono il lavoro, quelle di costruzione realizzano le abitazioni e quelle sociali interventi di socio-assistenziali per favorire l?accoglienza e l?integrazione». La realizzazione degli immobili è stata affidata alla cooperativa Postelegrafonici, impresa nata per risolvere i problemi abitativi dei dipendenti postali, gli interventi sono stati finanziati dalla Regione Emilia Romagna con un progetto mirato alla realizzazione di abitazioni per lavoratori immigrati, non solo da altri Paesi ma anche dalle altre regioni italiane. In pochi mesi sono state costruite a Galeata, due palazzine con 50 appartamenti che ospitano 200 persone, in gran parte straniere, che pagano un canone di affitto calmierato. «Costruite le case», conclude Drei, «rimaneva il problema di facilitare la convivenza e l?inserimento di persone culturalmente molto diverse. E qui siamo intervenuti con servizi di consulenza e di accompagnamento mirati e con progetti di animazione».


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