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Modelli. Come funziona a Parigi. Più figli, uguale meno tasse

Il fisco d’oltralpe utilizza come base impositiva la famiglia invece del singolo. Così essere in tanti conviene (di Tatiana Oneta).

di Redazione

Il sistema fiscale francese utilizza come soggetto impositivo la famiglia e non il singolo. Lo Stato francese, cioè, somma tutti i redditi prodotti all?interno del nucleo familiare e li divide per il cosiddetto ?numero delle parti?. Questo divisore è dato dalla somma dei pesi assegnati a ogni singolo componente il nucleo familiare in base alla situazione di ciascuno (anziani, figli a carico, portatori di handicap). Pertanto, se un figlio ?normale? pesa mezza parte, un figlio con handicap pesa una parte intera, con conseguente riduzione del quoziente familiare. In questo modo famiglie simili per componenti e bisogni sono soggette al medesimo livello d?imposizione fiscale, con una più precisa rispondenza rispetto alla capacità contributiva. Il quoziente permette quindi di collocare la famiglia in uno scaglione di tassazione crescente per livelli di quoziente familiare crescenti. Il sistema degli scaglioni di tassazione è progressivo come quello italiano, ma applica aliquote del tutto differenti, ripartite su sette livelli: la minima è del 6,83%, la massima del 48%. A parità di reddito, famiglie con numero di parti maggiori sfrutteranno un?aliquota impositiva minore. La tassazione viene quindi applicata al quoziente familiare e l?imposta così calcolata viene poi rimoltiplicata per il numero di parti della famiglia. Se, ad esempio, una famiglia composta dai genitori e da un figlio minorenne percepisce complessivamente 41mila euro di reddito annuo imponibile, avendo un numero di parti pari a 2,5 sfrutterà un?aliquota marginale del 28,26%. Se nella stessa famiglia il figlio fosse disabile, il numero di parti salirebbe a 3, quindi l?aliquota marginale si ridurrebbe al 19,14%: in pratica i due quozienti familiari confluiscono in due scaglioni differenti. In Francia, inoltre, i figli sono considerati a carico in ragione della loro età. Infatti possono essere considerati a carico fino ai 18 anni; tra i 18 e i 21 e tra i 21 e i 26, invece, solo se studenti possono essere considerati «ricongiunti» al nucleo familiare. Il ricongiungimento si differenzia dal carico di famiglia perché è facoltativo, infatti il genitore può decidere o di considerare il figlio ricongiunto al nucleo o di versargli degli alimenti che danno diritto comunque a riduzioni d?imposta. Questi vincoli non valgono per i figli disabili, che possono sempre far parte del nucleo familiare. Ovviamente i ricongiungimenti danno luogo ad aumenti del numero di parti ai fini del calcolo del quoziente familiare.

Tatiana Oneta


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