Famiglia

Moda: Armani, il lusso fa schifo

"Basta enfatizzare oggetti o abiti che non hanno nessuna rispondenza con la vita reale", ha detto lo stilista.

di Redazione

Basta con il lusso, con un mondo fasullo in cui se non hai un determinato prodotto non sei nessuno: puo’ sembrare paradossale, ma a pensarlo e’ lo stilista simbolo del made in Italy e del lusso, Giorgio Armani. La provocazione arriva al termine della sfilata Emporio Armani uomo, con modelli vestiti da operai ma anche da poliziotti: “c’e’ un’enfasi enorme sul lusso, e gia’ la parola fa schifo – ha detto Armani – enfatizzare oggetti o abiti che non hanno nessuna rispondenza con la vita reale, significa che per permetterseli ci si deve svenare”. Non si sente, Armani, un po’ responsabile di questa enfasi sul lusso? “Non credo – ha detto lo stilista – ho cinque linee, disegno abiti ricamati da 5 milioni ma anche, con lo stesso amore, abbigliamento casual per Armani jeans, venduto a prezzi accessibili” “Senza la classe operaia non potrei fare quello che faccio – ha detto ancora lo stilista, riferendosi al tipo di collezione presentato da Emporio – il loro modo di vestire, senza orpelli, sobrio, da’ dignita’ all’uomo”. Armani ha poi parlato con rimpianto dell’addio al mondo della moda di Yves Saint Laurent, che ha definito “un idolo, un genio. Da lui ho imparato molto – ha detto – e il mio primo disegno era copiato da un suo abito. Era necessario per lui prendere questa decisione – ha aggiunto – non poteva sostenere questo mondo cosi’ cambiato”. Infine, una battuta dedicata al direttore artistico di Gucci, Tom Ford, che ieri ha definito il nuovo premier dell’Afghanistan l’uomo piu’ elegante del mondo: “il piu’ elegante? – ha replicato Armani – Tom Ford, naturalmente”. Non sara’ piu’ la giacca la divisa ufficiale per l’ufficio. Ma in alternativa, e sicuri di essere ugualmente eleganti, si potranno indossare maglie e maglioni, caldi, confortevoli, che soprattutto garantiscono scioltezza. E se si continuera’ a preferire la giacca, ecco i nuovi tagli, che sottolineano la figura, le spalle, gli omeri, con sistemi simili a quelli delle sartorie del passato. Anche per lo smoking. Giorgio Armani, che ha presentato oggi la sua prima linea, ha di nuovo rinnovato il decalogo dell’uomo sempre elegante e perfetto. Partendo da un punto fermo, la scioltezza. ”Dopo anni di minimalismo – dice infatti lo stilista – l’uomo deve recuperare la sua scioltezza”. Cosi’ anche i pantaloni ritrovano le pinces, grazie alle quali il capo non aderisce piu’ alla gamba in modo pesante ma ne segue i movimenti. Poi i risvolti, con il quale il pantalone acquista piu’ personalita’. I cappotti, che ormai Armani preferisce chiamare pastrani, sono mossi da ampie spaccature e martingale sul retro. La giacca e’ asciutta tipo uniforme, oppure e’ stretta in vita dalla cintura, le spalle hanno la giusta misura. E per la sera anche lo smoking sembra quasi una divisa da cadetto, con allacciature ispirate ai dolmen ussari. ”Si, c’e’ un’ispirazione vagamente militare – ammette Armani – c’e’ l’enfasi della muscolatura, il petto segnato”. Comunque la giacca da smoking, spiega lo stilista, se indossata con un paio di pantaloni piu’ larghi da’ un aspetto esotico. ”Ma nella mia collezione c’e’ anche tanta maglieria in alternativa alla giacca, anche per andare in ufficio – dice lo stilista – Maglie importanti come giacche che comunque garantiscono maggiore liberta’ di movimento”. Le cravatte invece perdono la loro funzione di decorazione per conquistarsi quella di accessorio che completa l’abbigliamento. I colori per il giorno sono quasi tutti grigi, con qualche incursione nell’azzurro carta da zucchero, nel blu e nel marrone. Per la sera si conferma il nero. ”Anche perche’ il verde sotto le luci – scherza Armani – non darebbe un piacevole effetto”.


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