Sostenibilità

Mobility manager, e la città passa col verde

Città inquinate e soffocate dal traffico da una parte, e amministratori pubblici dall’altra, che sfidano l’impopolarità prendendo provvedimenti drastici...

di Carmen Morrone

Città inquinate e soffocate dal traffico da una parte, e amministratori pubblici dall?altra, che sfidano l?impopolarità prendendo provvedimenti drastici sulla circolazione dei veicoli. Una terzia via? C?è e si chiama mobility manager, e ha il compito di gestire la mobilità di una città o di parte di essa. Un facilitatore che diventa mediatore tra i cittadini e la pubblica amministrazione per la gestione del trasporto di merci e persone. Operativamente valuta i comportamenti e la domanda di trasporto, e cerca le misure più appropriate da proporre alle aziende private e agli enti pubblici.

In Italia questa figura professionale è stata introdotta dal decreto Ronchi 22/97 che l?ha resa obbligatoria per le amministrazioni locali di città ad alto tasso d?inquinamento e facoltativa per tutte le altre. Esiste il mobility manager di area, che lavora negli enti locali, e il mobility manager aziendale, che all?interno di un?impresa ha il compito di gestirne la mobilità. Questi ultimi in Italia sono 711, mentre sono 55 quelli che lavorano nelle amministrazioni locali. I dati li offre Euromobility, l?associazione italiana dei mobility manager. Lorenzo Bertuccio, direttore scientifico dell?associazione, illustra: «Sono numeri che dimostrano la consapevolezza di strategie per riduzione del traffico, anche da parte dei Comuni che sono grandi il doppio di quelli obbligati per legge ad avere i mobility manager». Dove lavorano? «Molti degli attuali manager sono funzionari e dirigenti che ricoprono anche questo ruolo; poi ci sono mobility manager non dipendenti che svolgono un lavoro di consulenza e redigono piani di mobilità su richiesta di aziende e amministrazioni locali. Si tratta di una figura professionale con competenze tecniche in materia di traffico e mobilità, ma che deve conoscere aspetti di sociologia, economia e marketing».

Secondo le rilevazioni di Euromobility, la presenza dei mobility manager aziendali ha ridotto, nel primo anno di attività,del 5-10% l?uso delle auto private. Car pooling (condivisione di una stessa automobile fra più dipendenti), bus navetta aziendali, abbonamenti ai mezzi pubblici a prezzi scontati con l?integrazione bus-treno, sono alcune fra le modalità con cui questi professionisti portano avanti i loro obiettivi.

Chi volesse specializzarsi in questo settore ha la possibilità di frequentare un master universitario oppure corsi di specializzazione. Euromobility organizza tre edizioni del corso base. Conclude Lorenzo Bertuccio: «È un seminario che dura tre giorni full time. Le lezioni si concentrano sugli aspetti pratici, con case history e sulla normativa di riferimento. In questi incontri cerchiamo di dare strumenti e metodi per poter applicare da subito soluzioni e strategie».

Info: Euromobility, associazione dei mobility managerwww.euromobility.org


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