Cultura

Mobilità: l’Amico Treno si ferma per sempre

Trenitalia dal 31 dicembre non metterà più in vendita la carta che permetteva sconti fino al 50% per la "fasce deboli" della clientela. La denuncia di Legambiente

di Stefano Arduini

Trenitalia ha deciso di tagliare anche la Carta Amico Treno: dal 31 dicembre non sarà più in vendita. La comunicazione è della Divisione Trasporto Regionale della compagnia ferroviaria che ha inviato una lettera a tutti i possessori della carta (oltre 30 mila) che figurano fra i più fedeli clienti di Trenitalia. Viene così inferto un nuovo colpo alla polItica di fidelizzzione della clientela intrapresa alcuni anni fa dalle FS. La scelta viene dopo la riduzione ai minimi termini degli sconti per la Carta Verde (giovani fino ai 25 anni) e Carta d’argento (anziani con più di 60 anni). La scelta fatta circa 10 anni fa dal gruppo dirigente delle Ferrovie dello Stato di tentare di rivitalizzare reti secondarie e orari di fascia debole, aveva ottenuto risultati buoni. La carta consentiva di avere sconti non solo sui treni regionali ma anche sui convogli intercity, Espressi, Eurocity e ovunque per il trasporto bici. Ai possessori veniva inviato un giornale contenente informazioni preziose per il viaggio che funzionava anche come strumento di dialogo con l’azienda. Sui “treni verdi” era possibile viaggiare spendendo la metà, si poteva accedere a prezzi scontati sulle linee svizzere e in Provenza oltre che, in Italia, sulle reti minori di Calabria, Umbria, Sardegna, del Veneto. Era stato creato anche un sistema di sconti per l’accesso a musei, oasi, parchi naturali, hotel, ristoranti, librerie, Internet Point. Andava talmente bene che dal 1 gennaio inizia la dismissione. “La spiegazione – è il commento di Luigi Rambelli, Presidente di Legambiente Emilia Romagna e garante della rivista “Amico Treno” edita da FS – è semplice e arida: si accusa la riforma del trasporto regionale e il passaggio alle regioni che renderebbe di fatto improponibile un’offerta commerciale in grado di adattarsi a tutte le diverse realtà del nostro Paese. A questo punto – aggiunge Rambelli – spetta alla ragione trarne le debite conseguenze: siano decurtate le somme spettanti a Trenitalia in base al contratto di servizio e siano messe in campo iniziative di incentivazione del trasporto ferroviario.


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