Mondo

Mo: l’offensiva di Israele sul Libano

L'aeroporto di Beirut bombardato dai caccia israeliani. Attacchi anche nel sud del Paese. Bilancio: 47 morti e un centinaio di feriti

di Joshua Massarenti

Blocco totale del Libano. Isolamento aereo, marittimo e terrestre dell’intero paese. E’ senza quartiere l’offensiva israeliana dopo il rapimento di due soldati da parte di Hezbollah. Israele ha altresì escluso un qualsiasi scambio tra i due ostaggi e i miliziani sciiti libanesi rinchiusi nelle proprie carceri, come richiesto dai sequestratori. Nella notte è stato colpito anche il ministero degli esteri palestinese a Gaza. L’aeroporto internazionale di Beirut è stato bombardato poco prima delle 06:00 locali (le 05:00 in Italia) da caccia F-16 israeliani. I bombardamenti israeliani hanno causato decine di vittime fra i civili libanesi. Secondo le stime provvisorie fornite dal ministro della Sanità, Mohammed Khalife, i morti sono 47 e i feriti più di 100. Gli aerei israeliani hanno colpito le postazioni dei miliziani di Hezbollah nel Libano meridionale, la valle della Bekaa e anche Beirut, dove è stato colpito l’aeroporto internazionale Rafik Hariri. Fra le vittime si contano molti minori. Nella comunità di Dweir sono stati uccisi dieci componenti dello stesso nucleo familiare. A Baflay sono morti sette consanguinei. Ecco le reazioni del mondo politico nazionale e internazionale: Il ministro degli Esteri massimo D’Alema ha condannato l’attacco degli Hezbollah, sollecitando la liberazione dei due soldati rapiti. Ma ha anche giudicato la reazione d’Israele “sproporzionata e pericolosa per le conseguenze che potrà avere”. Già ci sono stati “veri e propri atti di guerra: per il numero già molto alto delle vittime civili uccise tra donne e bambini nei villaggi libanesi del sud, per l’attacco all’aeroporto di Beirut”, ha detto. Durissime reazioni giungono dalla Francia che ha condannato i bombardamenti dell’aviazione israeliana sul Libano. Si è trattato di “un’azione di guerra sproporzionata”, ha dichiarato il ministro degli esteri Philippe Douste-Blazy. Secondo il ministro questa azione rischia “di respingere il Libano nei peggiori anni di guerra, con la partenza di migliaia di libanesi che lasciano il paese mentre stavano lavorando per ricostruirlo”. Nel contempo, il presidente francese Jacques Chirac ha chiesto l’arresto immediato della violenza e la liberazione dei due soldati israeliani sequestrati dagli Hezbollah. In un colloquio con il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, Chirac ha appoggiato lo sforzo dell’ONU impegnato a spezzare l’ingranaggio della violenza. Per Bush invece, Israele “ha il diritto di difendersi”, ma dovrebbe evitare di “indebolire il governo libanese”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti al termine dell’incontro con il cancelliere tedesco Angela Merkel. Bush ha poi chiamato in causa la Siria: Damasco “dovrebbe essere considerata responsabile” per il sostegno e la protezione data agli Hezbollah. Da parte sua, la Merkel ha dichiarato che “tutti si devono impegnare a far sì che la situazione torni al punto di partenza e non vi sia una ulteriore escalation delle azioni militari” tra Israele e Libano. Grandissima preoccupazione è stata espressa dall’Ue. L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Ue Javier Solana segue lo sviluppo delle situazione in Medio Oriente con “la più grande preoccupazione”. Dopo aver contattato con Kofi Annan, ha dichiarato di considerare la possibilità di recarsi nella regione. Infine l’Iran ha condannato fortemente l’operazione militare israeliana in Libano, seguita al rapimento di due militari dello Stato ebraico. “Condanniamo duramente gli attacchi del regime sionista in Libano”, ha denunciato il ministro degli Esteri di Teheran Manouchehr Mottaki durante una conferenza stampa nella capitale iraniana.


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