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MO: l’esercito israeliano uccide due leader palestinesi

Dopo la tregua natalizia, Betlemme di nuovo sotto assedio. Uccisi due leader della Jhad islamica e delle Brigate dsi Al Aqsa. Continuano gli scontri

di Redazione

Dopo la tregua natalizia, l’esercito israeliano stringe di nuovo nella morsa Betlemme, riportando i carri armati al centro della città e imponendo nuovamente il coprifuoco. I soldati di Tel Aviv, secondo testimoni locali, sono tornati nella Piazza della Mangiatoia. Secondo l’esercito, la nuova occupazione è stata motivata da imprecisate “esigenze operative”. Eliminazioni mirate – Contemporaneamente, Israele ha lanciato una decisa offensiva contro le organizzazioni palestinesi integraliste: oggi una serie di blitz delle unità speciali dell’esercito hanno eliminato due importanti capi militari e un altro ricercato. Un leader della Jihad islamica è stato ucciso a Qabatiya, a sud di Jenin. A Tulkarem è stato invece ferito a morte il comandante locale delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, gruppo armato legato ad Al Fatah. A Ramallah, invece, i componenti di un’unità segreta israeliana, travestiti da palestinesi, hanno ucciso un poliziotto dell’Anp, Samer Khalil Shomani, anche lui appartenente alle Brigate dei martiri di Al Aqsa, Israele sembra dunque aver definitivamente mutato strategia: niente più azioni massicce, che provocano anche perdite tra i civili, ma esecuzioni mirate, affidate a reparti scelti. Una specie di ritorno al passato, quando a eliminare i nemici erano gli 007 di Tel Aviv. Una guerra sporca e silenziosa, concepita per evitare “danni collaterali”. Jihad islamica. Hamza Abu Ghob, 35 anni, è stato ucciso da soldati israeliani che hanno aperto il fuoco contro di lui dopo averlo scoperto nella sua abitazione di Qabatiya che è stata poi distrutta con una cannonata da un carro armato. Secondo una fonte militare, nella sparatoria quattro soldati israeliani sono rimasti feriti, tre leggermente uno più seriamente. La morte di Hamza porta a 2.707 il numero dei morti dall’inizio della seconda Intifada alla fine del settembre 2000 di cui 2.057 palestinesi e 681 israeliani. Al-Aqsa. Anche Jamal Nader Ihiya, di 31 anni, comandante delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa della zona di Tulkarem è stato sorpreso dai commandos israeliani e ucciso. In un primo tempo si pensava che l’uomo fosse rimasto ferito gravemente. Vittime. Ma le operazioni militari nei Territori hanno provocato altre sei vittime, tra cui Yassam Aida, 17 anni, rimasto ucciso dal fuoco dei soldati a Nablus. Un altro, Assem al Soussi, 21 anni, è stato identificato da fonti della sicurezza palestinesi come militante delle brigate Ezzeddin al Qassam, l’ala militare di Hamas.


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