Cultura

Miti, paure e paranoie dell’ideologia Usa

Recensione del libro "Lo squalo ed il grattacielo" di Francesco Dragosei.

di Domenico Stolfi

Una civiltà fondata sulla paranoia? A leggere Lo squalo e il grattacielo (Il Mulino, 12,50 euro) di Francesco Dragosei si direbbe che i miti e l?immaginario dell?America siano tutti caratterizzati dall?angoscia dell?altro e dalla minaccia costante di nemici esterni, dipinti come apocalittiche schiere di Gog e Magog, impegnate a dare l?assalto al regno del Bene. Dragosei analizza con finezza alcuni topoi antropologici, letterari, architettonici e cinematografici che, dal 600 a oggi, nutrono questa identità americana: dalla casa assediata all?accerchiamento da parte dei selvaggi o degli alieni, dalla fobia per lo scatenamento di mostri partoriti da una natura infida alle minacce provenienti dal cielo. (Davvero inquietante, poi, come quest?ultimo fantasma, agitato a più riprese nel secondo 900 in alcuni romanzi di De Lillo, Dick, Pynchon e Roth, si sia trasformato in realtà con la tragedia dell?11 settembre). Come tutti i miti fondanti, anche quello americano si basa sulla manipolazione della realtà storica. La proiezione su un nemico esterno di un male interno segna, infatti, fin dall?inizio la psicologia collettiva degli americani. Basti pensare alla questione dei nativi. In perfetta e paradossale buona fede l?immaginario americano ha sempre ribaltato la realtà, creando una mitologia in cui il ruolo degli invasori è stato assegnato ai pellerossa. Forse aveva ragione Furet: in America non esistono ideologie perché l?America è un?ideologia.


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