Famiglia

Misurazione d’impatto, finalmente arriva anche per la povertà minorile

Dopo tre anni del progetto “Varcare La Soglia” che ha intercettato 213 famiglie in percorsi di inserimento sociale e lavorativo su 5 città italiane, Fondazione L’Albero della Vita, promuove in collaborazione con Human Foundation l'analisi costi-benefici che il percorso ha generato. La presentazione dei dati e dello studio avverrà alla Camera dei Deputati con una conferenza

di Redazione

Luisa ha passato la sua esistenza tra lo Zen e Brancaccio, due quartieri di Palermo. Cresciuta nella Zona Espansione Nord dove “ne ha viste di cotte e di crude” si ritrova a Brancaccio dove i problemi sono più o meno uguali: povertà, bisogno di parlare, e di persone che ti aiutino a riprenderti la tua vita in mano. E molte volte è questo che porta la gente ad avere problemi più grandi, non avere un aiuto, la mancanza di socialità e di comunità.

Anna allo Zen ci vive ancora oggi, barcamenandosi tra tanti problemi, tra tutti il lavoro. Sia lei che il marito sono disoccupati. Lui lavora saltuariamente e a nero facendo l’imbianchino e non riuscendo a garantire un'entrata economica sicura e costante alla famiglia. Inoltre hanno tre bambini ed il secondo è “quello più irrequieto a scuola”, con problemi a tratti seri di relazione e inserimento.

Flor invece è peruviana. È arrivata in Italia nel 1996, quando aveva 16 anni ed era incinta della prima figlia. La madre viveva qui già da cinque-sei anni e conoscendo la situazione della figlia ha voluto averla accanto. Era una ragazzina. Ha vissuto in una casa per madri adolescenti a Milano per quasi due anni dove le hanno insegnato come prendersi cura della bambina. Una bambina che aveva un’altra bambina: «È stato un percorso bellissimo per me, mi ha veramente aiutata tantissimo». Sono passati gli anni e Flor è ritornata al suo paese con la figlia per farla conoscere al padre. Dopo esser stati in Perù per un paio di anni dove la bambina ha frequentato l’ultimo corso della materna, sono tornate in Italia per iniziare la scuola elementare, di nuovo senza il padre, bloccato dalla mancanza di documenti.

Flor, Luisa, e Anna (tutti nomi di fantasia per persone e storie vere) sono tre donne, tre madri, che vivono e resistono in quella voragine sempre più profonda che è la povertà in Italia. È ormai chiaro che l’incremento della forbice tra ricchi e poveri ha assunto un’essenza endemica a dispetto di chi ha sempre cercato di riportarla alle conseguenze di una crisi economica di ormai quasi 10 anni fa. La volontà degli attori politici ed istituzionali al momento pare non essere all'altezza del problema e soprattutto di un aspetto preciso di esso, quello riguardante i minori.

In Italia, infatti 1 milione e 292 mila bambini si trovano in condizione di povertà assoluta, ovvero 1 bambino su 8. Gli effetti negativi di tale condizione di deprivazione in età infantile si ripercuotono in età adulta su innumerevoli dimensioni socio-economiche con una negativa ripercussione non solo sulla vita sociale del paese (minore partecipazione e capacità di inserimento dei cittadini), ma anche sui costi economici per lo Stato e per la società tutta. Persiste sempre un sapore amaro nel quantificare le difficoltà e i disagi delle persone in termini economici ma è inevitabile che la povertà minorile debba essere considerata sotto una duplice prospettiva temporale: non agire oggi sulle condizioni che affliggono i bambini, comporta una spesa maggiore domani. Gli interventi a favore dei minori devono dunque essere considerati come un importante investimento capace di generare un ritorno anche in termini socio-economici nel lungo periodo.

Fondazione L’Albero della Vita ha attivato dal 2014 il programma nazionale di contrasto alla povertà Varcare La Soglia: in 5 città italiane, utilizzando un approccio che riconosce alla famiglia un potenziale inespresso e le capacità di uscire dallo stato di povertà per essere risorsa per la comunità, la Fondazione ha seguito e accompagnato 213 famiglie in percorsi di inserimento sociale e lavorativo e di enpowerment dell’individuo. Flor, Luisa e Anna sono tra le beneficiarie di questo percorso del quale l’obiettivo generale è la promozione della resilienza della famiglia e del minore, in un processo dinamico in cui sviluppare le competenze necessarie per affrontare i cambiamenti e costruire il proprio futuro favorendo il passaggio da una visione fondata sulle mancanze ad una fondata sui desideri e sulle risorse.

Dopo tre anni di lavoro in questa direzione, Fondazione L’Albero della Vita, promuove in collaborazione con Human Foundation, il primo studio in Italia di valutazione di impatto e di costi-benefici del programma di contrasto alla povertà minorile. L’analisi prenderà in considerazione sia gli effetti che la povertà minorile ha nel presente sia gli effetti che si riflettono nel futuro del bambino aiutato (come il minor reddito, la maggiore esposizione a fenomeni di devianza e un peggiore stato di salute psico-fisica). Proprio le due Fondazioni, insieme ad Alleanza contro la povertà, Ordine Assistenti sociali – Consiglio nazionale e con la partnership pedagogica di Fondazione Patrizio Paoletti, saranno le promotrici della conferenza “ITALIA: POVERI BAMBINI. Per una definizione di bisogno che riscriva le regole dell’aiuto” che mercoledì 15 novembre alla Camera dei Deputati affronterà il tema proponendo, sulla scorta del lavoro svolto dal progetto, una giornata di confronto e discussione.


Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.