Politica

Mister Ambiente

Corrado Clini è un super tecnico del settore. Le congratulazioni (e le speranze) degli ambientalisti

di Redazione

Corrado Clini, è direttore generale del ministero dell’Ambiente dal 1990, attualmente della Direzione per lo sviluppo sostenibile, il clima e l’energia del ministero dell’Ambiente. È nato a Latina il 17 luglio 1947. Si è laureato nel 1972 in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Parma, ha conseguito nel 1975 il diploma di specializzazione in Medicina del Lavoro presso l’Università di Padova e, nel 1987, il diploma di specializzazione in Igiene e Sanità Pubblica presso l’Università di Ancona. Al ministero dell’Ambiente è arrivato 25 anni fa ed è un vero esperto del settore.

Dal 1990 inizia a ricoprire ruoli internazionali: coordina il gruppo degli esperti dei Ministeri europei dell’energia e dell’ambiente che hanno predisposto il primo programma della Unione Europea sui cambiamenti climatici; guida e coordina la delegazione dell’Italia che ha negoziato la Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici, approvata a Rio de Janeiro nel 1992; coordina fino al 1997 la delegazione tecnica dell’Italia che ha negoziato il Protocollo di Kyoto; nel 1995 coordina l’organizzazione della Seconda Riunione Plenaria di Intergovernmental Panel on Climate Change di Roma che approva il II° Rapporto sul Clima, che apre la strada alla approvazione del Protocollo di Kyoto. Nel 1997 coordina la delegazione tecnica dell’Italia alla Terza Conferenza delle Parti firmatarie della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici, che adotta il Protocollo di Kyoto; infine ottiene fino al 2000 la responsabilità tecnica ed amministrativa della applicazione in Italia, e delle relative autorizzazioni, delle direttive e dei regolamenti europei in materia di qualità dell’aria, di emissioni dagli impianti industriali, di sicurezza degli impianti industriali, di eliminazione delle sostanze chimiche pericolose per la fascia di ozono. 

Nel 2000 è nominato Direttore generale della direzione generale Protezione Internazionale dell’Ambiente e nel 2002, anche di quella per lo Sviluppo Sostenibile che saranno successivamente unificate sotto la sua direzione come Direzione generale per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. Dal 2003 al 2008 è stato vicepresidente dell’Agenzia europea dell’Ambiente. È stato chairman della G8 task force sulle energie rinnovabili, designato dal vertice di Okinawa del 2000, il team che ha predispoto il primo rapporto globale sulle energie rinnovabili che ha coostituito la base dei programmi sulle energie rinnovabili avviati nel 2002 dal vertice mondiale sullo Sviluppo sostenibile di Johannesburg. Con la collaborazione di molte Università italiane, di Cnr, Enea, Ingv, dell’Agenzia europea dell’Ambiente, delle Agenzie delle Nazioni Unite, Clini ha formato e assicurato al ministero un gruppo di esperti di alto livello, apprezzato nelle sedi nazionali e internazionali, dotato di un ampio spettro di competenze tecniche, economiche e giuridiche.

A Clini vanno le congratulazioni del mondo ambientalista. Greenpeace, Legambiente e WWF, in una nota congiunta, scrivono: «Ci aspettiamo che il suo impegno nel gabinetto Monti possa segnare una svolta positiva e un cambio di direzione nelle politiche italiane sull’ambiente a partire da quelle sui cambiamenti climatici che, fino ad oggi, sono state portate avanti secondo una linea di sostanziale freno rispetto agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni e di sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza. Quella sulla riduzione delle emissioni climalteranti è una partita importantissima dalla quale dipendono tutti gli equilibri del pianeta, anche economici, e per questo ci aspettiamo che vengano del tutto abbandonate le tesi negazioniste circolate e sostenute fino ad oggi. Ci auguriamo che il nuovo ministro possa segnare una sostanziale discontinuità, per riuscire finalmente a battere gli interessi degli inquinatori, nell’interesse generale del Paese».

«Ci aspettiamo che – hanno aggiunto le associazioni – da profondo conoscitore della macchina ministeriale, Clini possa restituire anche il ruolo e il profilo da protagonista che il Ministero dell’Ambiente ha perso negli ultimi anni e rilanciarlo come dicastero strategico per uscire dalla crisi economica, dando un vigoroso impulso alla green economy e affrontando seriamente il dissesto idrogeologico. Il Ministero dell’Ambiente – concludono Greenpeace, Legambiente e WWF –così come quello dei Beni culturali sono una fucina strategica per il Paese ed è positivo che siano stati mantenuti così come che sia stato istituito un Ministero per la Coesione Territoriale affidato a una figura di grande competenza».

 

 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA