Cultura
Missionario rapito: primi contatti
Primi contatti tra la diocesi di Pagadian e un intermediario dei rapitori del missionario dehoniano sequestrato nelle Filippine
di Redazione
Si è stabilito un primo contatto tra la diocesi di Pagadian, nell’isola di Mindanao ei sequestratori di padre Giuseppe Pierantoni, il missionario italiano rapito il 17 ottobre scorso. Fonti dell’agenzia missionario Misna riferiscono che ieri mattina i rapitori, tramite un intermediario, hanno fatto pervenire al vescovo di Pagadian, minsignor Zacharias C. Jimenez, la richiesta di scarpe e medicinali per padre Pierantoni. Le medicine menzionate dai sequestratori sono quelle necessarie a curare l’ameba, malattia intestinale contratta tempo fa dal sacerdote.
Le fonti della Misna, inoltre, precisano che il presule attende di verificare l’attendibilità dell’intermediario prima di inviare il materiale richiesto.
Del sequestro del missionario italiano, originario di Bologna e appartenente all’ordine del Sacro cuore di Gesù, i dehoniani, i militari filippini accusano alternativamente il Milf (Fronte di liberazione islamico Moro) un gruppo ribelle che nei giorni scorsi ha firmato un accordo di pace con Manila, e Abu Sayyaf, l’organizzazione estremista islamica legata al terrorista Osama bin Laden.
Monsignor Jimenez è convinto si tratti invece di criminali comuni usciti, probabilmente da tempo dalle file del Milf che punto a un riscatto.
Fonti della Misna, inoltre ipotizzano che i militari incolpino i due gruppi islamici come pretesto per procedere a una serie di arresti tra i loro ranghi.
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